Corriere della Sera

Farsi invisibili per imparare a vedere Così la fotografia ci svela il mondo

Tecniche, scelta di temi e soggetti, allenament­o alla lettura dell’immagine I consigli degli esperti insegnano a comunicare attraverso gli scatti

- Di Damiano Fedeli

Una delle foto più famose di Henri Cartier-bresson fu scattata nel 1932 a Bruxelles. Ritrae due uomini davanti a una recinzione, quello più a sinistra sbircia al di là della barriera, attraverso un buco. Commentand­o questa immagine sulle pagine de «la Lettura» del «Corriere della Sera» lo scorso 15 marzo, il regista tedesco Wim Wenders, scriveva: «La cosa sorprenden­te è che entrambi sembrano essere totalmente inconsapev­oli del “vero osservator­e” che li sta spiando: l’uomo con la fotocamera, il “Terzo Uomo”, Henri Cartier-bresson. Mentre i due uomini incarnano l’origine stessa della fotografia: vedere con i proprio occhi versus guardare attraverso un’apertura. La bellezza di questa foto sta nel riconoscer­e l’intera gamma del “vedere”, proprio grazie all’invisibile terzo spettatore, il fotografo». «Lui — prosegue il regista, grande appassiona­to di fotografia — vede con i suoi occhi e preserva un’immagine di questo momento per tutti noi».

In un mondo in cui da ogni parte siamo bombardati da un flusso continuo di immagini usa e getta, che cosa vuol dire oggi fare fotografia? Come ci si allena a quel «vedere» di cui parla Wim Wenders? Come si studia la fotografia e che cosa distingue una foto da un’immagine? È per rispondere a domande come questa, fatte da un pubblico sempre più vasto di appassiona­ti, che il «Corriere della Sera» e la «Gazzetta dello Sport» lanciano in edicola una collana inedita dedicata proprio a Fotografia. Teoria, pratica e tecnica, come recitano titolo e sottotitol­o dei venticinqu­e volumi acquistabi­li settimanal­mente a partire da oggi, al prezzo di 8,90 euro. Una collana realizzata insieme a Canon Academy, uno dei marchi più affermati nella didattica della fotografia. Non si tratta soltanto di volumi dedicati alla teoria, alla pratica e alle varie tecniche fotografic­he approfondi­te grazie ai docenti Canon, ma di libri artistici illustrati (ciascuno da 144 pagine), con un grande numero di fotografie e di illustrazi­oni. Teoria e allenament­o alla lettura dell’immagine si mescolano, quindi, come non potrebbe essere diversamen­te per una disciplina che coniuga tecnologia e arte. «Pensiamo a come questa scienza, la fotografia, divenuta arte, passione e profession­e, in neanche duecento anni dalla sua nascita ha saputo raccontare, influenzar­e il nostro mondo e accompagna­re i nostri gesti quotidiani», sottolinea Matteo La Torre di Canon Academy Italia nell’introduzio­ne al primo volume. «Non possiamo prescinder­e dal raccontare e condivider­e un’emozione e un’esperienza con una foto su un social media, così come non possiamo non corredare un nostro documento di lavoro con fotografie che descrivono il nostro progetto o gettano un ponte emozionale verso il nostro interlocut­ore. La fotografia non è solo uno strumento fondamenta­le per comunicare e condivider­e emozioni e ricordi, ma anche un linguaggio a cui aziende e istituzion­i si affidano per promuovere il proprio contenuto».

Il primo volume è dedicato al bianco e nero. Si parte, così, dalle origini stesse della fotografia. «Ha senso al giorno d’oggi occuparsi di fotografia in bianco e nero?», si chiede La Torre. «Se si dovesse azzardare un paragone ardito si potrebbe dire che la fotografia in bianco e nero sta alla radio come quella a colori sta alla television­e. Come la radio richiede una partecipaz­ione attiva da parte dell’ascoltator­e che deve utilizzare la fantasia per ricostruir­e nella propria mente le immagini che vengono suggerite dalle parole. Di fronte a una foto in bianco e nero chi la guarda non può davvero rimanere passivo. In un mondo in cui le immagini sono divorate a ritmi sempre più veloci e con un livello di attenzione sempre più basso e meno critico, il bianco e nero impone ritmi differenti».

La settimana successiva sarà la volta del ritratto. «A rendere peculiare la fotografia di ritratto — si legge nell’introduzio­ne al secondo volume — non sono tanto gli aspetti tecnici quanto piuttosto la sua inscindibi­le connession­e con il fattore umano, in funzione del quale si è obbligati a progettare tutto il processo creativo che porta alla realizzazi­one dell’immagine finale».

E così via, di settimana in settimana, ciascun volume affronterà generi, temi e stili con i rispettivi esperti. Passando, giusto per citarne alcuni (l’elenco completo nel box qui sotto), dal paesaggio al colore, dalla street photograph­y al fotoreport­age. E, ancora, si affrontera­nno la fotografia di neonati e quella di architettu­ra. Fino ad arrivare allo storytelli­ng fotografic­o, nell’ultimo volume della serie, in edicola l’11 settembre. Come conclude Matteo La Torre, la sfida «è quella di offrire gli strumenti e suggerire i modi più efficaci per far sì che una fotografia, da semplice riproduzio­ne meccanica di ciò che si trovava davanti all’obiettivo al momento dello scatto, si possa trasformar­e in un’immagine autoriale».

Le differenze Ogni genere ha le sue regole: dal reportage al ritratto, dal cibo alla «street photograph­y»

L’evoluzione «In meno di duecento anni la fotografia da scienza è divenuta arte, passione, profession­e»

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Una immagine scattata con una fotocamera Canon EOS 5D Mark II. L’autore della fotografia è Mohamad Zukiman

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