Corriere della Sera

Il calcio precario 130 giocatori sospesi

Servono deroghe e molti riscatti potrebbero saltare: cambia il mercato

- Alessandro Bocci Filippo Bonsignore

Se davvero «andrà tutto bene» e il campionato potrà ripartire è facile ipotizzare che lo scudetto sarà assegnato d’estate. Una novità assoluta, ma il coronaviru­s cambierà quasi tutte le nostre abitudini. Da giorni, negli uffici della Fifa, circola un documento che sta per diventare ufficiale e che estenderà la durata dei contratti di coloro che rischiano di essere sospesi: giocatori in scadenza e giocatori in prestito, 130 in tutto solo in Italia, una parte consistent­e della nostra serie A.

L’orizzonte è ancora indefinito, ma nessuno crede che si possa chiudere i tornei domestici entro la fine programmat­a. Gravina, presidente della Figc, si è messo il cuore in pace. La posizione della Federcalci­o è chiara: arrivare in fondo a tutti i costi. Ecco perché ha parlato con Infantino «attivandoc­i affinché la Fifa proroghi i contratti oltre il 30 giugno». Cambierann­o tante cose: le date, il mercato, i contratti anche se non basterà un semplice documento, tipo colpo di spugna, per mettere a posto le cose.

Prolungand­o la serie A sino alla fine di luglio sarebbero necessarie deroghe per permettere di utilizzare i calciatori il cui futuro è da scrivere. Con ricadute economiche tutte da verificare. In serie A sono 241 i rapporti contrattua­li interessat­i: 54 di giocatori in scadenza, 83 di giocatori che i club hanno in prestito in rosa e 104 di quelli prestati compresi quelli finiti all’estero. Impossibil­e attivare contrattaz­ioni singole.

La lista dei calciatori con l’accordo in scadenza a fine giugno comprende talenti che danno colore alla nostra serie A a cominciare da Ibrahimovi­c, che non ha ancora deciso se rimanere al Milan o tornare in Svezia e smettere di giocare. Di sicuro ha un mese e mezzo in più per pensarci. Ma i campioni senza certezze sono tanti: Buffon e Chiellini (che però dovrebbero presto rinnovare) alla Juventus, Mertens e Callejon al Napoli. Ma anche gli interisti Young e Borja Valero, i laziali Lulic, Cataldi e Parolo, l’atalantino Palomino. Fino a Palacio, De Silvestri, Pazzini e Veloso. Anche sei panchine sono a termine: Nicola (Genoa), De Zerbi (Sassuolo), Di Biagio (Spal), Longo (Torino), Gotti (Udinese) e Juric (Verona). Situazioni diverse, alcune legate al rischio della retrocessi­one in serie B, ma stesso problema.

Più intricato il caso dei giocatori in prestito. Per molti c’è in ballo il riscatto: Cagliari e

Inter dovranno discutere di Nainggolan, ma i nerazzurri dovranno decidere che fare con Sensi (Sassuolo), Biraghi (Fiorentina) e Sanchez (Manchester United) e risolvere i casi Icardi con il Psg e Perisic con il Bayern Monaco. La Juve potrebbe riportare a casa Luca Pellegrini dal Cagliari e Romero dal Genoa. L’atalanta intende prendersi tutto Pasalic dal Chelsea, come la Roma punta a far suo Smalling dall’united. I gialloross­i hanno poi Florenzi (Valencia) e Schick (Lipsia). Per tanti, il riscatto dipende dal verificars­i di determinat­e condizioni del contratto: numero di presen

L’incertezza

C’è l’ipotesi di una finestra di mercato più lunga da far convivere con il calcio giocato

Da Ibrahimovi­c a Mertens tanti sono quelli in prestito o in scadenza il 30 giugno e la stagione non sarà finita E c’è chi dal primo luglio sarà di un’altra squadra

ze o di gol o successi di squadra, ad esempio, che potrebbero non verificars­i se la stagione venisse interrotta o potrebbero concretizz­arsi dopo il termine di fine giugno. Come Simeone, ceduto dalla Fiorentina al Cagliari.

C’è un’altra nutrita categoria costituita da chi ora è in prestito e dal 1° luglio è sicuro di rimanere in virtù dell’obbligo di riscatto — Barella all’inter, Mancini, Veretout e Carles Perez alla Roma, Verdi al Torino, Rog al Cagliari, Inglese e Karamoh al Parma — o che in quella data diventerà di proprietà di un altro club. È il caso di Kulusevski (prelevato a gennaio dalla Juve e lasciato al Parma), di Petagna (un futuro nel Napoli e un presente alla Spal), dei veronesi Rrahmani e Amrabat che l’hellas ha ceduto a Napoli e Fiorentina. Sulla carta tutto è facile. In pratica molto più complicato: contratti, assicurazi­oni, stipendi da pagare e in alcuni casi da rinegoziar­e. Sarà difficile per gli allenatori sul campo, ma anche per i dirigenti fuori. Il rischio è di una finestra di mercato più breve o da far convivere con il calcio giocato.

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