Corriere della Sera

Olimpiade, una festa per stare insieme: la paura non può esistere

- Di Mario Sconcerti

Le Olimpiadi sono una manifestaz­ione molto diversa dal calcio a cominciare dalla partecipaz­ione della gente. Sono un gioco libero, non c’è la superbia del tifo che divide per principio. Le Olimpiadi sono lo spettacolo della migliore gioventù del mondo che gareggia per mostrare la propria differenza. Non c’è la sofferenza della partita, il dolore del risultato. I giochi sono partecipaz­ione, si vince già arrivandoc­i. C’è un’anima diversa alla base, semplice, universale. Faccio un esempio. In questi giorni di virus abbiamo sentito la parole di tanti grandi atleti, dalla Pellegrini a Zanardi, a quelle dei più umili che ancora dovevano essere ammessi. Non abbiamo sentito una parola da Sarri o da Conte, nessun grande giocatore ha sentito il bisogno di scendere al livello della gente, di dare un incoraggia­mento. I nostri santini della domenica sono tutti scomparsi, scappati da noi come se avessimo davvero il virus in mano. La maggior parte degli atleti italiani non è ricca, si finanzia entrando nei vari corpi militari. Le Fiamme gialle, quelle oro e così via. Lo stipendio da brigadiere per essere almeno autosuffic­ienti, la diversità che rende il minimo. Le Olimpiadi sono gare che non

Simbolo

La fiamma olimpica, simbolo dei Giochi, resterà accesa a Tokyo fino al prossimo anno (Lapresse) rappresent­ano il nostro orgoglio sfasato, esagerato, sono una festa giovane, una misurazion­e felice del mondo che porta avanti i passi di tutti. Avete idea di cosa sia davvero un villaggio Olimpico, 12-13 mila giovani donne e giovani uomini, bellissimi, sani, e mescolati alla continua ricerca del proprio limite? Ho fatto un po’ di Olimpiadi, ve lo dico io. Diventa uno scambio di emozioni e di corpi. I migliori del pianeta, un’eugenetica opposta e improvvisa concepita per vivere nel modo più intenso quei giorni eccezional­i. Non ci si accoltella alle Olimpiadi, si beve semmai tutti insieme, atleti e turisti. A Sidney mi sono trovato in un pub accanto a Carl Lewis e chissà chi altro. Abbiamo brindato, detto due frasi banali e sorridenti. Non sapeva nemmeno chi fossi e da dove venissi. Un calciatore avrebbe avuto il separé o avrebbero chiuso il locale per lui e i suoi amici. Le Olimpiadi sono sport vero, il più grande spettacolo naturale. Non c’è la noia di vivere che prende gli sport di lusso, c’è l’orgoglio non di essere una bandiera ma rappresent­arla. C’è la voglia disperata di sfruttare l’unica occasione che hai per lasciare un segno nel mondo. Una storia così non poteva essere vissuta in mezzo alla paura, la malattia l’avrebbe banalizzat­a. Sarebbe stata una festa organizzat­a perché erano stati già spesi troppi soldi per preparare la cena, sarebbe diventata la necessità di un affare economico. Questo può esserlo il calcio. L’olimpiade è una grande madre, non ha bisogno dei nostri vizi. Mostra i suoi figli migliori e lascia che la festa li diverta. È il Gioco per eccellenza. I Giochi olimpici di Tokyo si sarebbero dovuti svolgere quest’estate, dal 24 luglio al 9 agosto Il rinvio La pandemia del coronaviru­s ha costretto Cio e Giappone a rinviarli di un anno. Non sono ancora state definite le date ma una delle possibilit­à è di anticiparl­i in primavera

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