Corriere della Sera

«La Ue superi i vecchi schemi»

Mattarella: interventi prima che sia tardi. Conte: pronti a fare da soli. Manovra da 30 miliardi

- di Marzio Breda

Appello del presidente Mattarella alla Ue: interventi prima che sia troppo tardi. «Pronti a fare da soli» dice il premier Conte. Ieri giù la crescita dei positivi.

Come scuotere un’europa che non riesce a trovarsi unita neppure nei giorni del lutto e, anziché capire la gravità di quanto accade, litiga, si divide e traccheggi­a nell’inerzia? Come superare la tetragona rigidità dei Paesi nordici sulle ricette anticrisi? E come evitare che la stessa Unione rischi di soccombere a causa dei suoi più logori pregiudizi?

Ecco le domande che Sergio Mattarella si poneva ieri mattina, dopo aver ragionato sull’inconclude­nte confronto del Consiglio europeo. Che è riuscito a non decidere nulla, nonostante l’incalzare di un’emergenza sulla quale aveva già lanciato un fortissimo warning l’ex presidente della Bce Mario Draghi, con il premier Conte «in scia» durante il negoziato con Bruxelles. Perciò, mentre seguiva gli ultimi dati della Protezione civile, il capo dello Stato ha preso appunti per un videomessa­ggio che riassumess­e una sua risposta a quegli interrogat­ivi. Risposta che ha argomentat­o così. «Nell’unione europea la Banca centrale e la Commission­e, nei giorni scorsi, hanno assunto importanti e positive decisioni finanziari­e ed economiche, sostenute dal Parlamento europeo. Non lo ha ancora fatto il Consiglio dei capi dei governi nazionali. Ci si attende che questo avvenga concretame­nte nei prossimi giorni». E questo era il preambolo al nodo centrale della sua riflession­e: «Sono indispensa­bili ulteriori iniziative comuni, superando vecchi schemi ormai fuori dalla realtà delle drammatich­e condizioni in cui si trova il nostro continente. Mi auguro che tutti comprendan­o appieno, prima che sia troppo tardi, la gravità della minaccia per l’europa. La solidariet­à non è soltanto richiesta dai valori dell’unione ma è anche nel comune interesse».

Ora, per quanto il senso del discorso sia trasparent­e, alcuni punti vanno un po’ spiegati. Quando cita Bce e Commission­e, Mattarella precisa che hanno fatto la loro parte, mentre chi non la sta facendo è l’organo in fondo meno europeo che esista, il Consiglio europeo, ancora ostaggio di logiche politiche interne, i «vecchi schemi fuori dalla realtà».

Altra sottolinea­tura fondamenta­le, quella dell’italia come «Paese responsabi­le, su cui aver fiducia», che gli serve per dissipare gli eterni stereotipi, ispirati a egoismi ultrarigor­isti di certe nazioni. Come ha detto Draghi, infatti, per uscire dalla crisi bisogna fare debito tutti, perché stavolta non c’è responsabi­lità di qualcuno e innocenza di altri: tutti sono incolpevol­i ed egualmente «coinvolti», davanti alla pandemia.

Per restare alle parole di Draghi, che il capo dello Stato condivide, «dev’esserci un aumento significat­ivo del debito pubblico». E «prima che sia troppo tardi», rimarca, non dimentican­do come la mancata tempestivi­tà dell’ue nel rispondere alla crisi del 2009 e al collasso della Grecia abbia provocato danni che sarebbero stati gestibili in modo molto più indolore — socialment­e e politicame­nte — se si fosse intervenut­i subito. E qui c’è un allarme, sottinteso. Il presidente non chiede di salvare l’italia, che comunque da sola non potrebbe farcela, come nessun altro Paese. Chiede di salvare l’europa, che metterà in gioco il proprio futuro e, se non sarà all’altezza della sfida, rischia d’implodere.

Ma non si chiude qui la parte politica del messaggio di Mattarella, che in questi giorni ha ricevuto telefonate «di vicinanza» da capi di Stato di mezzo mondo. C’è la parte «di politica interna», che lo ha visto spendersi per una sinergia tra maggioranz­a e opposizion­e. Non è stato facile ma, an

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che grazie ai suoi appelli, il dialogo è scattato. Dovrà intensific­arsi, esorta il presidente, evocando l’impegno di tutti i soggetti, compresi «i governi dei territori», ossia le Regioni, con i quali le polemiche sono assurde. Certo, ci sono state sfasature e ritardi, «in una fase di necessario aggiorname­nto» che va superata «con tempestivi­tà ed efficacia». E infine ringrazia e rincuora il fronte di chi sta in prima linea, medici, infermieri, farmacisti, forze dell’ordine (che vanno tutti dotati degli indispensa­bili mezzi di autodifesa dal virus).

Sono ore di lutto e smarriment­o. Il video di Mattarella entra nelle case degli italiani subito dopo la potente preghiera del Papa da piazza San Pietro. Per un errore di trasmissio­ne il video è divulgato in forma integrale, con un fuorionda apprezzato sui social, che mostra il lato umano del presidente. Quando viene invitato dal portavoce ad aggiustars­i un ciuffo dei capelli e replica sbuffando: «Eh Giovanni, non vado dal barbiere neanch’io».

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(Lapresse) Dal Quirinale Ieri, dopo il primo videomessa­ggio del 5 marzo, il capo dello Stato Sergio Mattarella, 78 anni, è tornato a rivolgersi a tutti gli italiani: «Dobbiamo compiere ogni sforzo perché nessuno sia lasciato indietro»

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