Macron: mi batto con voi per un’europa solidale
«Se l’europa può morire è nel non agire»: il presidente francese Macron al Corriere dice anche di condividere l’appello di Draghi.
Collegato Il presidente francese Emmanuel Macron partecipa in teleconferenza al vertice del Consiglio europeo seduto in una sala riunioni dell’eliseo a Parigi. Macron ha annunciato che sta preparando una «nuova importante iniziativa» con il presidente Usa Donald Trump e altri Paesi per fare fronte all’epidemia di coronavirus
Il presidente francese Emmanuel Macron ha accettato ieri di rispondere a una serie di domande scritte di «Corriere della Sera», «la Repubblica» e «La Stampa» nella prima intervista a media stranieri da quando è cominciata l’emergenza sanitaria, e nel momento cruciale in cui l’europa si divide sulla risposta da dare alla crisi.
Signor presidente, con il premier italiano Giuseppe Conte avete chiesto giovedì al Consiglio europeo la creazione di eurobond per combattere una crisi epocale. La Spagna è sulla stessa linea, a differenza di Germania e Olanda. C’è un rischio d’implosione dell’eurozona e dell’unione europea?
«Con Giuseppe Conte, Pedro Sánchez e altri sei capi di Stato e di governo abbiamo indirizzato, prima del Consiglio, una lettera a Charles Michel per inviare un messaggio chiaro: non supereremo questa crisi senza una solidarietà europea forte, a livello sanitario e di bilancio. Questo è il punto di partenza. Gli strumenti vengono in seguito e dobbiamo essere aperti: può trattarsi di una capacità di indebitamento comune, oppure di un aumento del bilancio Ue per permettere un sostegno reale ai Paesi più colpiti da questa crisi. Al Consiglio giovedì, 10 Paesi dell’eurozona, rappresentanti del 60 % del suo Pil, hanno esplicitamente sostenuto quest’idea, è la prima volta! Alcuni Paesi, tra cui la Germania, hanno espresso le loro reticenze. Abbiamo deciso di continuare questo fondamentale dibattito nelle prossime settimane. Perché non possiamo abbandonare questa battaglia. Preferisco un’europa che accetti divergenze e dibattiti piuttosto che un’unità di facciata che conduce all’immobilismo. Se l’europa può morire, è nel non agire. Come Giuseppe Conte, non voglio un’europa del minimo comune denominatore. Il momento è storico: la Francia si batterà per una Europa della solidarietà, della sovranità e dell’avvenire».
Qual è il limite di tempo massimo che l’europa può attendere e a quanto dovrà ammontare lo choc di rilancio? Alcuni economisti parlano di almeno 1000 miliardi di euro.
«Non voglio focalizzarmi su una data né su una cifra, non avrebbe alcun senso. La forza di Mario Draghi quando parla di whatever it takes nel 2012 risiede proprio nel fatto che non dà cifre, ma un segnale di un’azione determinata e illimitata. In questa crisi, sul piano economico, l’europa ha preso due decisioni molto forti, molto velocemente: sul piano monetario, la Banca centrale europea ha deciso un programma di sostegno massiccio, inedito; sul piano di bilancio, abbiamo detto che faremo tutto ciò che è necessario e abbiamo iniziato a realizzarlo in ciascuno dei nostri Paesi. Quello che manca ora è un segnale chiaro di azione coordinata e solidale. L’unione europea, l’eurozona, si riassume forse in un’istituzione monetaria e in un insieme di regole, molto flessibili, che permettono a ogni Stato di agire per conto proprio? Oppure si agisce insieme per finanziare le nostre spese, i nostri bisogni in questa crisi vitale? Voglio che si faccia pienamente questa scelta di solidarietà. La cifra è secondaria, è questo segnale che conta, attraverso l’indebitamento comune o il bilancio comune. Non siamo stati capaci di raggiungere questo traguardo durante la crisi finanziaria; dobbiamo oggi esserne all’altezza».
Mario Draghi, già presidente della Bce, raccomanda che i governi europei assorbano il contraccolpo economico anche a costo di un forte aumento del debito pubblico. Condivide la ricetta proposta da Draghi?
«Ho letto con grande interesse l’intervento pubblicato da Mario Draghi questa settimana. Condivido la sua lettura della crisi e credo che dica esattamente questo: i governi nazionali devono agire senza limiti e la solidarietà europea deve fare la propria parte. Dice anche che l’europa ha tutte le risorse per farcela, un sistema finanziario solido e un servizio pubblico di qualità. L’unica questione è la sua volontà di