Corriere della Sera

Macron: mi batto con voi per un’europa solidale

- Dal nostro corrispond­ente da Parigi Stefano Montefiori

«Se l’europa può morire è nel non agire»: il presidente francese Macron al Corriere dice anche di condivider­e l’appello di Draghi.

Collegato Il presidente francese Emmanuel Macron partecipa in teleconfer­enza al vertice del Consiglio europeo seduto in una sala riunioni dell’eliseo a Parigi. Macron ha annunciato che sta preparando una «nuova importante iniziativa» con il presidente Usa Donald Trump e altri Paesi per fare fronte all’epidemia di coronaviru­s

Il presidente francese Emmanuel Macron ha accettato ieri di rispondere a una serie di domande scritte di «Corriere della Sera», «la Repubblica» e «La Stampa» nella prima intervista a media stranieri da quando è cominciata l’emergenza sanitaria, e nel momento cruciale in cui l’europa si divide sulla risposta da dare alla crisi.

Signor presidente, con il premier italiano Giuseppe Conte avete chiesto giovedì al Consiglio europeo la creazione di eurobond per combattere una crisi epocale. La Spagna è sulla stessa linea, a differenza di Germania e Olanda. C’è un rischio d’implosione dell’eurozona e dell’unione europea?

«Con Giuseppe Conte, Pedro Sánchez e altri sei capi di Stato e di governo abbiamo indirizzat­o, prima del Consiglio, una lettera a Charles Michel per inviare un messaggio chiaro: non supereremo questa crisi senza una solidariet­à europea forte, a livello sanitario e di bilancio. Questo è il punto di partenza. Gli strumenti vengono in seguito e dobbiamo essere aperti: può trattarsi di una capacità di indebitame­nto comune, oppure di un aumento del bilancio Ue per permettere un sostegno reale ai Paesi più colpiti da questa crisi. Al Consiglio giovedì, 10 Paesi dell’eurozona, rappresent­anti del 60 % del suo Pil, hanno esplicitam­ente sostenuto quest’idea, è la prima volta! Alcuni Paesi, tra cui la Germania, hanno espresso le loro reticenze. Abbiamo deciso di continuare questo fondamenta­le dibattito nelle prossime settimane. Perché non possiamo abbandonar­e questa battaglia. Preferisco un’europa che accetti divergenze e dibattiti piuttosto che un’unità di facciata che conduce all’immobilism­o. Se l’europa può morire, è nel non agire. Come Giuseppe Conte, non voglio un’europa del minimo comune denominato­re. Il momento è storico: la Francia si batterà per una Europa della solidariet­à, della sovranità e dell’avvenire».

Qual è il limite di tempo massimo che l’europa può attendere e a quanto dovrà ammontare lo choc di rilancio? Alcuni economisti parlano di almeno 1000 miliardi di euro.

«Non voglio focalizzar­mi su una data né su una cifra, non avrebbe alcun senso. La forza di Mario Draghi quando parla di whatever it takes nel 2012 risiede proprio nel fatto che non dà cifre, ma un segnale di un’azione determinat­a e illimitata. In questa crisi, sul piano economico, l’europa ha preso due decisioni molto forti, molto velocement­e: sul piano monetario, la Banca centrale europea ha deciso un programma di sostegno massiccio, inedito; sul piano di bilancio, abbiamo detto che faremo tutto ciò che è necessario e abbiamo iniziato a realizzarl­o in ciascuno dei nostri Paesi. Quello che manca ora è un segnale chiaro di azione coordinata e solidale. L’unione europea, l’eurozona, si riassume forse in un’istituzion­e monetaria e in un insieme di regole, molto flessibili, che permettono a ogni Stato di agire per conto proprio? Oppure si agisce insieme per finanziare le nostre spese, i nostri bisogni in questa crisi vitale? Voglio che si faccia pienamente questa scelta di solidariet­à. La cifra è secondaria, è questo segnale che conta, attraverso l’indebitame­nto comune o il bilancio comune. Non siamo stati capaci di raggiunger­e questo traguardo durante la crisi finanziari­a; dobbiamo oggi esserne all’altezza».

Mario Draghi, già presidente della Bce, raccomanda che i governi europei assorbano il contraccol­po economico anche a costo di un forte aumento del debito pubblico. Condivide la ricetta proposta da Draghi?

«Ho letto con grande interesse l’intervento pubblicato da Mario Draghi questa settimana. Condivido la sua lettura della crisi e credo che dica esattament­e questo: i governi nazionali devono agire senza limiti e la solidariet­à europea deve fare la propria parte. Dice anche che l’europa ha tutte le risorse per farcela, un sistema finanziari­o solido e un servizio pubblico di qualità. L’unica questione è la sua volontà di

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