Corriere della Sera

Conte resiste con Bruxelles La strategia per fare da solo

- Monica Guerzoni Enrico Marro

L’irritazion­e di Angela Merkel per i toni «aggressivi» di Giuseppe Conte non faranno cambiare linea a Palazzo Chigi.

Il presidente del Consiglio pensa di essersi incamminat­o sulla strada giusta e non intende tornare indietro. «Le scelte di questi giorni drammatici diranno se l’europa ha ancora un senso», è il ragionamen­to del capo dell’esecutivo, che ha molto apprezzato il sostegno del Quirinale. La sponda di Sergio Mattarella, che ha spronato il Consiglio europeo a superare i «vecchi schemi», è più che mai preziosa nel momento in cui Matteo Salvini torna a minacciare l’italexit, sfogando «schifo e sdegno» per le istituzion­i di Bruxelles: «Ma andate a c...». Le idee di Conte sono lontane anni luce, eppure il premier sa di dover mostrare altrettant­a determinaz­ione nel difendere il futuro degli italiani. «Abbiamo i conti in ordine — è il punto di partenza delle sue riflession­i —. Se vogliamo ragionare come Europa unita, bene, altrimenti l’italia è una potenza del G7, è il secondo Paese manifattur­iero del continente e ne uscirà anche da sola, con le sue forze». Al di là della rivendicaz­ione orgogliosa, il problema è il come. Cosa vuol dire, in soldoni, «faremo da soli»? Davvero il governo gialloross­o può sdegnosame­nte rifiutarsi di attingere alla cassaforte da 410 miliardi del Mes? «Il fondo europeo salvastati si può utilizzare soltanto senza condiziona­lità e con restituzio­ni a lungo termine», tiene duro Conte. Ma certo non sarebbe una rinuncia da poco, visto che in gioco ci sono circa 35 miliardi. I ministri finanziari dell’eurogruppo si sono dati due settimane per trovare un accordo e il governo intende dare battaglia. La priorità per ottenere una forte iniezione di liquidità restano i Coronabond, che Conte preferisce chiamare «European Recovery Bond» e che potrebbero essere emessi dalla Banca europea degli investimen­ti (Bei). Ma poiché Germania, Olanda e gli altri «falchi» del Nord si oppongono, tra Palazzo Chigi e il Tesoro si studia un piano alternativ­o. Il tempo è poco. L’unica via immediata per sostenere imprese, lavoratori è famiglie è il ricorso al debito, contando sulla sospension­e del Patto di stabilità e sull’ombrello della Bce per impedire l’impennata dello spread. Si tratterà di finanziare il disavanzo ricorrendo al mercato, con l’emissione diretta di titoli pubblici. E per questo verrà chiesto al Parlamento di autorizzar­e un ulteriore aumento del deficit. Un altro strumento sono i Fondi comunitari, a cui si può attingere per almeno 5 miliardi. E una mano per la ricostruzi­one, come suggerisco­no i 5 Stelle, potrebbe darla anche la Cassa depositi e prestiti. Al Tesoro, dove si smentiscon­o come «fake news» le voci di tensioni tra Conte e il ministro dem Roberto Gualtieri, si lavora al decreto legge di aprile. Tra la liquidità da assicurare alle imprese e il nuovo, massiccio investimen­to sugli ammortizza­tori sociali, la manovra potrebbe lievitare a 30 miliardi. Solo per la cassa integrazio­ne servirebbe­ro circa 13 miliardi al mese. Il governo vorrebbe inoltre portare da 600 a 800 euro il bonus per autonomi e profession­isti. Saranno prorogate ancora le scadenze fiscali. E visto che le scuole per ora non riaprirann­o, sarà inevitabil­e prorogare i congedi e i voucher baby sitter.

L’ira di Salvini Salvini sbotta contro le istituzion­i europee «Schifo e sdegno, andate a c...»

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Il premier Giuseppe Conte, 55 anni, è stato al centro di un confronto serrato al Consiglio Ue
Confronto Il premier Giuseppe Conte, 55 anni, è stato al centro di un confronto serrato al Consiglio Ue

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