Proroga certa di 2 settimane E per allentare i divieti si punta al «contagio uno»
L’obiettivo è che ogni giorno per ciascun infetto ci sia meno di un nuovo ammalato Cruciale l’andamento dell’epidemia in maggio
Confermare la chiusura totale e i divieti di spostamento per altre due settimane, valutando però la possibilità di concedere alcune deroghe, seppur minime, per le aziende. È questa l’ipotesi alla quale lavora il governo in vista del 3 aprile, quando scadrà il decreto firmato il 22 marzo scorso dal premier Conte per fermare il contagio da coronavirus con l’obbligo per tutti di rimanere a casa. Con la consapevolezza che per tornare a una vita normale potrebbero essere necessarie ancora settimane, forse qualche mese. E che quanto accadrà a maggio sarà decisivo proprio per
Dal punto di vista matematico sarà possibile ritenere di averla avuta vinta contro il coronavirus soltanto quando il valore dell’r0 (l’erre-zero, l’indice di contagiosità) sarà inferiore a 1. Vuol dire che bisognerà arrivare al momento in cui per ogni individuo infetto ci sarà meno di un
A Roma
Una lunga fila di persone con il carrello attende di fare la spesa, a distanza di sicurezza, ieri davanti a un supermercato della Capitale contagiato. E già questo basta a comprendere quanto la strada possa essere ancora lunga. Ecco perché è necessario continuare a rispettare le regole e perché è fondamentale mantenere la distanza di almeno un metro quando si esce per andare al lavoro, a fare la spesa, o comunque quando si entra in contatto con le altre persone. «A oggi il prolungamento delle misure di distanziamento sociale è inevitabile. Non siamo in una fase marcatamente declinante ma in una fase, sia pur incoraggiante, di contenimento» sottolinea Brusaferro, lasciando intendere il possibile percorso che si intende seguire. E per renderlo ancora più chiaro usa una metafora eloquente: «Non abbiamo annuovo che in cui versano le aziende, anche quelle medio-piccole, convincono Palazzo Chigi sulla necessità di effettuare un monitoraggio costante che possa portare a una valutazione rispetto ad alcune deroghe. Rimane infatti la preoccupazione di «tenere il Paese dal punto di vista psicologico e sociale», come viene ripetuto nelle riunioni di governo e con le Regioni, consapevoli però che anche il minimo allentamento dei divieti ora in vigore rischia di far impennare nuovamente il numero dei contagi e dunque di prolungare per un periodo molto più lungo il lockdown italiano. E dunque si valuterà con imprenditori e sindacati se possano esserci dei settori produttivi che — mantenendo comunque il massimo rigore rispetto al distanziamento sociale e tutte le possibilità di smart working — possano cominciare a ripartire.
Le (minime) deroghe Per le aziende in difficoltà potrebbero essere ipotizzate delle minime deroghe
I decreti di maggio
Solo nelle successive due settimane si potrà fare un’ulteriore verifica sulle misure per limitare il contagio. La possibilità che i divieti vengano revocati con un unico decreto è stata esclusa. Sarà comunque una ripresa graduale e molto lenta perché, come sottolinea
Ritorno a scuola
Il ministro fa capire che si potrebbe tornare solo per gli esami di terza media e maturità
lo stesso Brusaferro «dovremo immaginare alcuni mesi in cui adottare misure per evitare una ripresa della curva epidemica». Ecco perché la ministra dell’istruzione ha escluso un ritorno sui banchi per il 3 aprile lasciando intendere che a scuola si potrebbe anche non tornare se non per gli esami di terza media e per la maturità. E perché si pensa di continuare a vietare l’ingresso in Italia dall’estero. Gli indicatori da considerare sono diversi. Dal 20 marzo scorso la curva più seguita dagli italiani — quella epidemica — «sembra attenuarsi nell’ascesa» in molte Regioni, compresa la Lombardia, mentre Lazio e Campania «hanno opportunità di contenere la crescita», ha confermato Brusaferro. Ma il valore dell’r0 ora è molto superiore all’1.