Corriere della Sera

«Stop al Salone, ora liquidità alle aziende»

- (foto via Ap) Rita Querzè

«Scelta dolorosa, ma inevitabil­e». Il presidente di Federlegno­arredo Emanuele Orsini è appena uscito dal cda che ha deciso la cancellazi­one quest’anno del Salone del mobile. «Avevamo deciso di spostarlo a giugno. Ma, ammesso che l’italia sia fuori da questo incubo, molti altri Paesi potrebbero essere nel pieno del contagio», spiega Orsini. I numeri del Salone del mobile sono presto detti: 1,5 miliardi di giro d’affari, 185 Paesi coinvolti, 430 mila i visitatori. Per la prima volta dal 1961 Milano è orfana del suo salone. La prossima edizione si terrà dal 13 al 18 aprile del 2021. «Questo è il momento di leggere la situazione con obiettivit­à e mettere in campo quello che serve: prima di tutto liquidità — dice Orsini —. Le aziende in questo momento non stanno fatturando. D’altra parte ci sono da pagare le tasse e i fornitori.

Per non parlare della cassa integrazio­ne che molti di noi stanno anticipand­o. Per resistere abbiamo bisogno di prestiti a tasso zero da restituire con una scadenza di 30 anni. È l’unico modo per fare fronte all’azzerament­o del fatturato. Invece oggi quello che si può strappare è al massimo un prestito a 18 mesi. Ma tra un anno e mezzo nessuno sarà nelle condizioni di restituire i soldi, perché per rialzarci avremo bisogno di un tempo più lungo». Le misure del governo quindi non bastano? «C’è il credito d’imposta fino a 60 mila euro. Positivo. Il problema è che è utilizzabi­le solo dalle aziende in utile — risponde Orsini —. Molti stanno anticipand­o la cassa integrazio­ne ai dipendenti e a fronte di questo hanno soltanto la dilazione sul pagamento delle tasse di quattro giorni. È evidente a tutti che così è come andare al fronte disarmati. E anche sulla cassa integrazio­ne bisogna fare un’operazione-chiarezza: l’assegno sarà compreso tra 752 e 904 euro. Ben inferiore agli stipendi pieni. Questo farà crollare la domanda interna». Vie d’uscita? «Gli Stati Uniti stanno mettendo in campo 2.000 miliardi di dollari, la Germania 550 miliardi di euro. Di certo per noi 50 miliardi non bastano». E infatti l’italia, zavorrata da un debito enorme, sta facendo pressione sull’europa... «Ci vuole un accordo con la Ue — conclude Orsini —. Ma non c’è tempo. Senza aiuti le nostre aziende possono resistere 2-3 mesi. Ai nostri sindacati dico: non hanno senso gli scioperi quando le fabbriche sono già chiuse. Siamo insieme in mezzo alla tempesta. E insieme dobbiamo venirne fuori».

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Un cuore proiettato sul Cervino dal comune svizzero di Zermatt dall’artista Hofstetter come messaggio di speranza contro il virus
Tra le nuvole Un cuore proiettato sul Cervino dal comune svizzero di Zermatt dall’artista Hofstetter come messaggio di speranza contro il virus

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