Corriere della Sera

«Bloccati in Nuova Zelanda, aiutateci a tornare»

- Nadir Zitti e Daniela Lombardo

Io e la mia ragazza, entrambi veneziani, siamo in viaggio da quattro mesi. Dopo un soggiorno in Indocina, siamo venuti in Nuova Zelanda due mesi fa con un visto vacanza-lavoro. Abbiamo acquistato un furgone dove fino a pochi giorni fa vivevamo. Abbiamo trovato lavoro subito in un vigneto con altre decine di europei, che lavorano per poi viaggiare. Fino a 10 giorni fa la situazione era sotto controllo. Quando le cose sono cambiate, abbiamo tentato un rientro in patria: il nostro supervisor non ci assicurava continuità se avessimo sviluppato sintomi influenzal­i. Svenduto il furgone abbiamo prenotato un aereo tramite agenzia, e di corsa verso Auckland. Una corsa piena di speranza conclusa invece con la conferma che non potremo lasciare la Nuova

Zelanda a tempo indefinito. Da diversi giorni avevamo appreso che stavano chiudendo al transito uno a uno tutti i Paesi di scalo. Abbiamo tentato di avere conferme da agenzie, compagnie aeree e ambasciate. Pare che tutti non sappiano cosa sta succedendo tranne noi. Ora ci ritroviamo senza furgone, con pochi soldi, con la sicurezza di non avere rimborsi. L’ ambasciata italiana, più volte contattata, non ci dà risposte concrete se non consigliar­e altre compagnie aeree che pare garantisco­no il rientro a costi intorno ai 7.000 euro a testa. Chiediamo che il governo italiano si attivi come sta facendo quello tedesco e francese per organizzar­e aerei di rimpatrio agevolati.

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