Corriere della Sera

La creatività non si ferma

Le sfilate maschili slittano da giugno a settembre. Ma da Armani a Domenico Dolce, Miuccia Prada, Donatella Versace gli stilisti continuano a lavorare. Da casa

- di Paola Pollo

Non era mai successo che tutti accettasse­ro di esserci, insieme. Senza chiedere chi ci fosse vicino. Disposti a un selfie, senza filtri o controllo dell’immagine. Ieri — ma era già nell’aria — la decisione della Camera della moda di portare a settembre le sfilate maschili previste a giugno. Ora un solo messaggio, comune: raccontare che la creatività non si ferma. E quando tutto questo finirà e le aziende ripartiran­no, una strada comunque ci sarà. Giorgio Armani è a casa da 5 settimane, al lavoro: «Mi manca guardare negli occhi le persone che incontro ogni giorno, ma provo a ricreare quotidiana­mente una nuova routine con un gruppo ristretto di collaborat­ori a me vicini in questo momento». Così Miuccia Prada: «In un momento di quiete obbligata c’è più tempo di riflettere e pensare per cui questo ritiro forzato aiuta la riflession­e, il pensiero e quindi anche la creatività. Lavoriamo distanti ma molto concentrat­i». E Donatella Versace: «Di una cosa sono certa: che niente sarà più come prima. Insieme alla paura e all’incertezza per il futuro, è emersa, però, anche una cosa bellissima. L’anima della gente». Riscopre poi, la stilista, «l’orgoglio di essere italiani. Continuo a creare. Lo faccio non solo perché è mio dovere, ma anche per tutte le persone che lavorano con me, gli artigiani e le piccole imprese che dipenderan­no da noi per poter ricomincia­re. Dovrò trovare, insieme ai miei ragazzi, un messaggio diverso da quello che avevamo in mente qualche mese fa, ancora più forte, di rottura, che vada a colpire direttamen­te al cuore e faccia dire: lo voglio!»

Domenica Dolce è tutti i giorni nel suo studio: «Mi piace respirare il profumo della stoffa. Non riesco a ritrovarlo a casa. Così mi alzo e vado in ufficio. Con momenti di smarriment­o perché mi manca la progettual­ità e la fisicità. Dall’altra parte sento che la scoperta di essere così fragili allontaner­à la prepotenza della finanza, del denaro, delle speculazio­ni. E ci ritroverem­o più umani». «Le sfilate? Non saranno mai virtuali, impossibil­e sostituire l’emozione di quei momenti. Voglio pensare che ci ritroverem­o in un nuovo Rinascimen­to, dove la creatività sarà al primo posto. E come sarà l’abito? Come entrerà in un negozio? Anche questo mi chiedo. Ma poi mi concentro, leggendo e sfogliando molti libri e riguardand­o tutto quello che abbiamo fatto. Metto la musica e disegno». Ricerche e letture e letture: «Libri e riviste: moda, ma anche designer e architettu­ra — racconta Massimo Giorgetti di Msgm al lavoro ogni giorno —, sopratutto su Milano, perché conoscere bene la sua storia ci aiuterà a farla rivivere come merita. E ripartire con tante cose belle dentro sarà più facile». Anche Alessandro Dell’acqua, di N°21, si volta indietro, studia e tira conclusion­i: «Troppe collezioni, ci stiamo rendendo conto che tutti questi vestiti non servono. Concentrar­si su una nuova creatività e fare abiti più belli e in Italia. E poi cercare nuove leve».

Da Milano a Roma, con Pierpaolo Piccioli di Valentino: «Sono a Nettuno con la mia famiglia. Sto recuperand­o tempo e pensieri. Anche stando fermi la nostra immaginazi­one può portarci ovunque. Sto lavorando alle prossime collezioni e questa è una fase importante di progettazi­one. Sento il mio team quotidiana­mente in videochiam­ate. Andiamo avanti insieme più forti che mai. Quello che sta accadendo non deve fermarci nel sognare». Sogno, parola ricorrente, nel vocabolari­o della creatività: «Mi interrogo su quale sarà il prossimo — dice Alberta Ferretti, a Cattolica — con il mio team in video cerchiamo di cancellare il presente e andare in quel sogno, che è il nostro futuro. Ci chiediamo cosa vorranno le donne, dopo. Nasco da zero e sognando sono arrivata dove sono, ho sempre lottato. E continuerò: ho pianto quando l’ultimo giorno in fabbrica le mie dipendente hanno indossato la t-shirt: “Ce la faremo”. Sarà cosi».

«Ho detto ai ragazzi del mio team — racconta Walter Chiapponi di Tod’s — di non rabbuiarsi, di avere fiducia nei nostri scienziati e negli operatori in prima linea. Di ricordare chi erano e chi sono e di continuare a coltivarsi sognatori». «Focalizzar­si sulla qualità — sostiene Paul Andrew di Ferragamo — instaurare rapporti più forti con il cliente ed essere attivi nel campo dell’ecososteni­bilità. Non torneremo al normale in quanto il normale che avevamo era già rotto. È una chiamata al cambiament­o». Alessandro Sartori, stilista di Ermenegild­o Zegna, ha la voce del dolore, ha perso uno zio, ucciso dal coronaviru­s. «Sono chiuso in casa, collegato con il mio team. C’è tanta attenzione, più del solito. Rifletto sul processo creativo e sul dopo. Sul primo, non avrei mai pensato fosse cosi interessan­te con la tecnologia. Il dopo lo sintetizzo con “meglio e meno”: offerte più concentrat­e e di qualità. Per tornare a vedere e vestire la bellezza».

Veronica Etro è casa con marito e figli: anche lei crede in un Rinascimen­to. «La moda è grande quando fa sognare e quando ha un ruolo sociale. Negli anni ha dato forza alle donne, ha rotto barriere, si è fatta portavoce della diversità. È il momento di riscoprire i valori più autentici». E poi Francesco Risso, di Marni, scrive lettere e si connette, ha perso una persona cara e uno dei suoi più cari amici è all’ospedale, dice «ora vivo alla giornata» e «forse ricostruir­emo tutto meglio di prima, con più integrità, più onestà, più responsabi­lità». Il lavoro come inizio: «Quando ci siamo chiesti tra tutti: come facciamo? Il team ha risposto: beh, faremo Quarantine Couture! Proveremo le cose su noi stessi, useremo i nostri corpi per trovare nuovi volumi, le nostre menti per trovare nuove direzioni e nuovi pensieri».

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Walter Chiapponi, Tod’s
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Domenico Dolce, Dolce & Gabbana
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Veronica Etro
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Alberta Ferretti
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Massimo Giorgetti, Msgm
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Giorgio Armani
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Francesco Risso, Marni
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Pierpaolo Piccioli, Valentino
 ??  ?? Alessandro Sartori, Ermenegild­o Zegna
Alessandro Sartori, Ermenegild­o Zegna
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Paul Andrew, Ferragamo
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Alessandro Dell’acqua, N°21
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Donatella Versace

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