Corriere della Sera

«Rilanciamo le infrastrut­ture L’italia ce la può fare da sola»

«Serve un maxi-piano, gli investitor­i punteranno sulla ricostruzi­one»

- di Paola Pica

«L’italia? Può farcela da sola se saprà attivare un gigantesco, enorme, piano di investimen­ti nelle infrastrut­ture per modernizza­re il Paese e ridurre le distanze tra Nord e Sud. Sono convinto che gli investitor­i saranno disposti a credere alla nostra capacità di rimetterci in piedi». Giacomo Campora, milanese, classe 1966, laurea in Economia alla Cattolica, master all’estero, è plenipoten­ziario in Italia di Allianz SE, il leader mondiale delle assicurazi­oni. Di investimen­ti, gestione del rischio, dinamiche internazio­nali, protezioni sociali il ceo del gruppo con sede nella torre Allianz a City Life si occupa, come ovvio, ogni giorno. Anche se dal 21 febbraio a questa parte, al lavoro quotidiano si sono aggiunte le iniziative a sostegno della sua Milano e della Lombardia travolte dall’emergenza sanitaria ed economica.

Dottor Campora, possiamo fare a meno dell’europa?

«Meglio di no, dobbiamo reagire tutti insieme e se qualcuno vorrà unirsi a noi in questa intrapresa, ben venga. L’italia è un paese fondatore dell’europa e una grande economia mondiale e bene ha fatto il nostro presidente del Consiglio Giuseppe Conte a tenere il punto su questa questione».

Come muoverci adesso?

«Mi auguro che il Presidente della Repubblica e il governo prendano il professor Mario Draghi come prezioso consiglier­e, è un faro non soltanto in Italia, per competenza e autorevole­zza».

Come finanziare il piano di investimen­ti in opere pubbliche?

«Si investa a debito in un piano finanziato da bond infrastrut­turali. Sarebbe così attivato il noto moltiplica­tore keynesiano, i cui benefici saranno evidenti ai sottoscrit­tori di queste obbligazio­ni. Un grande piano per rimettere in moto l’economia e dare dignità a tante persone che temono oggi per il proprio lavoro. E poi fare investimen­ti importanti sull’ educazione – scuole, università –, la ricerca, la struttura sanitaria. Così daremo a tutti una speranza, perché siamo un paese straordina­rio. E non dovremmo disperdere ciò che avremo imparato».

Ora la paura più grande dopo quella di ammalarsi, o di contagiare i propri cari, è quella di impoverirs­i.

«Ce lo ha spiegato con grande chiarezza lo stesso Draghi: non dobbiamo lesinare sul sostegno alle famiglie e alle imprese».

Ma come fare?

«Con denaro, con sussidi temporanei consistent­i, proporzion­ati al costo della vita diverso nelle varie zone dell’italia».

Molti risparmi stanno andando in fumo…

«Il risparmio italiano non è a rischio: lo sarebbe soltanto di fronte a una rottura della Ue e dell’euro. Dalle analisi della ceo di Allianz Bank Paola Pietrafesa, i fondi d’investimen­to hanno perso meno della metà dei mercati: le linee bilanciate il 10-11% da inizio anno, le linee obbligazio­narie il 7%, mentre alcune azioni anche di società ben gestite hanno perso il 30%. Il recupero dei mercati è più veloce dell’economia reale. Per i risparmiat­ori non è il momento né di comprare né di vendere, meglio stare calmi e fermi».

Teme la nazionaliz­zazione delle banche?

«Sono certo verrà presa ogni precauzion­e: non si nazionaliz­zano società sane. Le banche vanno sostenute in ogni modo perché sono il sistema cardiocirc­olatorio della società e garantisco­no capillarit­à di intervento sul territorio»

E le assicurazi­oni?

«Per usare la stessa immagine, noi siamo il sistema immunitari­o. Ci muoviamo di concerto, ma le banche vengono prima di tutto in questa fase».

Allianz come ha gestito lo tsunami?

«Fin qui bene. Noi uniamo la flessibili­tà e la capacità di adattament­o italiane alla scuola tedesca che pianifica tutto. Certo, non ci aspettavam­o una pandemia. Ma abbiamo un protocollo per le emergenze che prevede l’immediata attivazion­e dell’unità di crisi presieduta dal direttore operativo Agostino Ferrara. Un’organizzaz­ione quasi militare che ha prodotto una velocità straordina­ria di cambiament­o e ha fatto sì che Allianz Italia sia sempre stata davanti alla curva, adattandos­i rapidament­e agli effetti della pandemia. Oggi possiamo dare consigli alle altre società del gruppo, come Allianz España, dove purtroppo la loro Bergamo è Madrid».

Cosa si aspetta che verrà chiesto quando il battito della società civile riprenderà?

«Di pagare tutti le tasse, non subito ma alla ripresa. Mi aspetto tolleranza zero sull’evasione».

In che mondo ci ritroverem­o ?

«Sarà dura all’inizio, ma la generazion­e dopo di noi spinge già per creare una società solidale, meno edonista. Daremo valore alla sicurezza. Si capirà chi merita».

E chi merita?

«Mi hanno colpito Ferragni e Fedez con il loro crowdfundi­ng. I nostri giovani danno già prova di nuovi valori. Medici, infermieri, insegnanti, giornalist­i saranno rivalutati. Le persone oggi ciniche si ricrederan­no».

Quali punti di contatto ci sono tra l’emergenza sanitaria e la crisi ambientale?

«Il punto di contatto siamo noi, gli esseri umani. La crisi ambientale,

lo sviluppo tecnologic­o e la pandemia sono tutti elementi che caratteriz­zano la nostra epoca, definita Antropocen­e: l’uomo modifica il Pianeta, ne ha il controllo totale, modifica la geografia e il clima, consapevol­mente. Il nostro è un mondo in cui l’uomo plasma tutto e ogni tanto il mondo ci presenta il conto. Ma le stesse tecnologie ci permettera­nno di gestire e superare tutto questo. Impareremo molto da questa crisi, a un prezzo, purtroppo, molto alto».

Qual è una delle cose che le imprese hanno già capito?

«Che non si può fare a meno delle parti sociali. Senza confrontar­ci con i rappresent­anti dei lavoratori e degli agenti, oggi non potremmo affrontare questa situazione. In Allianz, il nostro direttore generale Maurizio Devescovi apre un tavolo di ascolto prima di ogni decisione importante».

La pandemia cambierà la gestione del rischio?

«Sarà un cambiament­o profondo. Non siamo ancora arrivati a ragionarci a mente libera. Credo sia fondamenta­le, nel dibattito sul che cosa fare, che ciascuno faccia bene il proprio lavoro, con competenza, così da non fermare il sistema economico».

ll senso di responsabi­lità sociale è chiave in questi momenti...

«Chi riesce a guardare con fiducia al domani, a difendere i posti di lavoro e proteggere i clienti, come noi, riesce a fare anche attività in campo sociale, come per le forniture di ossigeno alla terapia intensiva della Fiera a Milano con il gruppo Sapio e quelle a sostegno dei progetti del Sindaco Sala per le famiglie bisognose. E’ un dovere».

Parti sociali In questa fase il dialogo tra le diverse parti sociali si è rivelato essere un’arma preziosa per gestire la crisi

Il risparmio Il risparmio italiano non è a rischio: lo sarebbe soltanto di fronte a una rottura dell’ue e dell’euro

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Giacomo Campora, milanese, 53 anni, è l’amministra­to re delegato del gruppo Allianz spa
Al vertice Giacomo Campora, milanese, 53 anni, è l’amministra­to re delegato del gruppo Allianz spa

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