Stipendi congelati 3 mesi La strategia della Lega che non piace a Tommasi
La Lega di serie A gioca all’attacco e ieri, in conference call, ha avvisato il sindacato dei calciatori che entro lunedì «vi faremo avere il piano per congelare gli stipendi». Da una parte il presidente Dal Pino e l’a.d. De Siervo, dall’altra Tommasi e il suo vice Calcagno. L’accordo è ancora da trovare e non sarà facile.
Il documento, che sarà preparato dall’avvocato Leandro Cantamessa, prevede la sospensione degli emolumenti nei mesi di marzo, aprile e maggio. Una mossa, fanno sapere da via Rosellini, inevitabile perché non ci sono soldi in cassa.
L’aic gioca in difesa e si domanda, inquieta, se il progetto della confindustria del pallone non sia una specie di cavallo di troia per arrivare al taglio deciso degli stipendi. In fondo, fa notare il sindacato, per pagare i mesi che le società vorrebbero congelare c’è tempo sino a maggio. E allora perché tanta fretta? Inoltre, sulla mensilità di marzo Tommasi e soci non transigono: qualche club ha giocato, qualche altro si è allenato per alcuni giorni e 7 sono stati in quarantena.
Di sicuro i calciatori sono pronti al taglio: però bisogna quantificarlo e sino a quando non si saprà se la stagione finirà o meno, il conto è impossibile. Di sicuro non accetteranno un taglio drastico. Un mese, massimo 45 giorni.
Lunedì sarà un giorno cruciale. Perché Lega e Aic torneranno a parlarsi. Il rischio è che ogni club si muova in ordine sparso. Alla Juventus, il capitano Chiellini, che fa parte dell’assocalciatori, avrebbe proposto ai compagni su indicazione della società tre soluzioni. «Il coronavirus è una minaccia esistenziale per i club europei», ha scritto Andrea Agnelli, nella veste di presidente dell’eca, agli altri membri dell’associazione. «Il calcio è fermo e lo sono anche i flussi di entrate da cui dipendiamo per pagare i giocatori e il personale. Nessuno è immune dalla crisi e il tempismo è essenziale».
Intanto ogni giorno ci si arrovella sul sudoku delle date. «Vogliamo finire la stagione, ma senza compromettere la prossima che non può partire oltre la metà di agosto», dice il presidente federale Gravina. La Fifa invece sta studiando un mercato extra large dall’estate sino al 31 dicembre, abolendo la finestra invernale. Un’altra rivoluzione. Forse anche una complicazione.