Corriere della Sera

Dai club ricchi 20 milioni agli altri

- Paolo Tomaselli

Passione Lucchetti fuori dallo stadio del Borussia Dortmund. La Bundesliga ha un indice di riempiment­o degli stadi del 92%, la serie A del 63%. Il timore in Germania è di giocare a porte chiuse per tutto il 2020

(Getty Images)

Itedeschi sono stati gli ultimi a ufficializ­zare lo stop del campionato, ma anche i primi a parlare di donazioni (lo ha fatto Neuer in nome dei giocatori della Nazionale) e di tagli agli stipendi, con il Borussia Monchengla­dbach (ingaggio medio 1,6 milioni) che si è subito tassato del 30%. Altri club hanno seguito a ruota, con decurtazio­ni tra il 20 e il 30%: «Una cosa normale in questo momento — come ha spiegato Reus, capitano del Borussia Dortmund — per assicurare che i dipendenti del club non subiscano un contraccol­po». Non solo: i quattro club più ricchi (Bayern, Dortmund, Lipsia, Leverkusen) destineran­no 20 milioni di diritti tv ai club minori. Tante le iniziative di solidariet­à dei singoli, non solo con donazioni, ma anche con piccoli gesti: Martinez del Bayern consegna cestini del cibo al personale delle ambulanze. La Bundesliga, che stima in 600 milioni le perdite se la stagione salterà, è arrivata prima anche nella ripresa degli allenament­i, tra le polemiche: Augsburg (in palestra) e Wolfsburg hanno organizzat­o la squadra in piccoli gruppi, con orari differenti per evitare contatti. Altre società chiedono uniformità «per non creare svantaggi», mentre ieri le semifinali di Coppa di fine aprile sono state rinviate. I club che hanno voluto riprendere vogliono «continuare a pensare da squadra». Un concetto che il Bayern Monaco ha sottoscrit­to, ma attraverso una videochat di gruppo, collegata con il preparator­e atletico: i giocatori si sono allenati per novanta minuti quindi tutti allo stesso modo. Più faticoso di una partita.

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