Dai club ricchi 20 milioni agli altri
Passione Lucchetti fuori dallo stadio del Borussia Dortmund. La Bundesliga ha un indice di riempimento degli stadi del 92%, la serie A del 63%. Il timore in Germania è di giocare a porte chiuse per tutto il 2020
(Getty Images)
Itedeschi sono stati gli ultimi a ufficializzare lo stop del campionato, ma anche i primi a parlare di donazioni (lo ha fatto Neuer in nome dei giocatori della Nazionale) e di tagli agli stipendi, con il Borussia Monchengladbach (ingaggio medio 1,6 milioni) che si è subito tassato del 30%. Altri club hanno seguito a ruota, con decurtazioni tra il 20 e il 30%: «Una cosa normale in questo momento — come ha spiegato Reus, capitano del Borussia Dortmund — per assicurare che i dipendenti del club non subiscano un contraccolpo». Non solo: i quattro club più ricchi (Bayern, Dortmund, Lipsia, Leverkusen) destineranno 20 milioni di diritti tv ai club minori. Tante le iniziative di solidarietà dei singoli, non solo con donazioni, ma anche con piccoli gesti: Martinez del Bayern consegna cestini del cibo al personale delle ambulanze. La Bundesliga, che stima in 600 milioni le perdite se la stagione salterà, è arrivata prima anche nella ripresa degli allenamenti, tra le polemiche: Augsburg (in palestra) e Wolfsburg hanno organizzato la squadra in piccoli gruppi, con orari differenti per evitare contatti. Altre società chiedono uniformità «per non creare svantaggi», mentre ieri le semifinali di Coppa di fine aprile sono state rinviate. I club che hanno voluto riprendere vogliono «continuare a pensare da squadra». Un concetto che il Bayern Monaco ha sottoscritto, ma attraverso una videochat di gruppo, collegata con il preparatore atletico: i giocatori si sono allenati per novanta minuti quindi tutti allo stesso modo. Più faticoso di una partita.