ORSZÀGGYULÉS
del virus e per chi diffonde notizie false. Quest’ultima misura è particolarmente controversa. Secondo l’istituto Internazionale per la Stampa di Vienna, le minacce contro i giornalisti, che in base alle nuove regole potranno essere accusati di diffondere fake news, «costituiscono un nuovo passo verso il totale controllo dell’informazione e l’ulteriore soppressione della libertà di stampa in Ungheria».
Per Ingibjorg Gisladottir, che dirige l’ufficio per le Istituzioni democratiche e i diritti umani dell’ocse, «è chiaro che un governo debba agire rapidamente per proteggere la sua popolazione dall’epidemia di coronavirus e che siano necessarie misure straordinarie, ma uno stato di emergenza dev’essere sempre proporzionato all’obiettivo e limitato nel tempo».
Impegnata nella drammatica battaglia contro il Covid-19, l’europa non ha tempo e forse neppure voglia di mandare un nuovo, forte avvertimento a Orbán, per fermarne la bulimia autoritaria. È ormai dal 2010 che egli si fa beffe dei principi fondamentali e dello Stato di diritto, che sono alla base della costruzione comune. Neanche la procedura per violazione dell’articolo 7 dei Trattati, avviata nel 2018 dal Parlamento europeo, lo ha fermato. L’esito può essere spaventoso: l’ue rischia di ritrovarsi fra i suoi membri una dittatura. A Budapest la democrazia si spegne nel silenzio.