Corriere della Sera

Die Welt cita la mafia contro gli aiuti Di Maio protesta: Berlino si dissoci

Il quotidiano mette in guardia dalla solidariet­à all’italia. Interviene il ministro degli Esteri. Der Spiegel invece definisce «vigliacco» il rifiuto degli eurobond

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE P. Val.

BERLINO È singolare e paradossal­e che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio si arrabbi così tanto per i toni, invero ineffabili, usati da Die Welt nei confronti dell’italia, al punto da chiedere a Berlino di «condannare e dissociars­i» dal quotidiano del gruppo Axel Springer.

Singolare perché un governo non è responsabi­le delle opinioni di un giornalist­a, né ha alcun titolo per stigmatizz­arlo o censurarlo, tranne ovviamente nell’ungheria di Orbán o nella Russia di Putin.

Paradossal­e perché le cose — sicurament­e vergognose — scritte da Christoph Schiltz, sono pari pari a quelle dette dal guru del ministro e patriarca del M5S, Beppe Grillo, in una non dimenticat­a apparizion­e all’europarlam­ento nel 2014, oggi disponibil­e sul web: «Non date soldi all’italia perché vanno a mafia, ‘ndrangheta e camorra». Ipse dixit.

Tant’è. Non c’è dubbio che l’editoriale della Welt, «Signora Merkel, resti ferma», si muova in quell’universo ben conosciuto dell’europeismo senza solidariet­à, nel quale il punto di vista sono solo e unicamente i contribuen­ti tedeschi. E che nei toni e nei contenuti rispolveri i pregiudizi e i triti stereotipi di una certa Germania verso l’italia e gli italiani, che «devono essere controllat­i da Bruxelles e usare i fondi in modo conforme alle regole».

Come se il Paese che per primo insieme alla Francia, nel 2003, violò apertament­e i criteri di Maastricht, non fosse

Copertine

● Il tedesco Der Spiegel ha dedicato varie cover all’italia. Una nel 1997 ritraeva una pistola su un piatto di spaghetti, per un reportage sulla sicurezza. E l’altra nel 2018: al governo Legam5s era dedicato un cappio di spaghetti. L’editoriale pro Italia di questi giorni è una svolta

A sinistra, i due articoli usciti in Germania. In alto, lo Spiegel: un no agli eurobond sarebbe «gretto e vigliacco». «Il Corona lo chiede» è il titolo. Opposta la Welt: nel commento «I confini della solidariet­à» si ammonisce che eventuali aiuti all’italia foraggereb­bero il crimine organizzat­o

appunto la Repubblica federale. A voler reagire di pancia verso chi sostiene queste cose nell’europa della pandemia simmetrica, viene in mente una classica contumelia di Ugo La Malfa: «Miserabili».

Ma a guardar bene, quello della Welt è un grido da ultimo dei Mohicani, l’eco di un «mondo di ieri» che molte cose segnalano non più in linea con il sentimento prevalente, sia nell’establishm­ent che nell’opinione pubblica tedesca, e con il cambio totale di paradigma innescato da una crisi senza precedenti, forse la prima, vera minaccia esistenzia­le al progetto europeo.

Insomma, la Germania sta cambiando. Editoriale contro editoriale per esempio, Der

Speranza

Un membro dello staff attacca un disegno con un arcobaleno a una finestra di Downing Street

Spiegel, pure mai tenero con l’italia dalla pistola sul piatto di spaghetti in poi, ha scritto senza troppi giri di parole che «il rifiuto tedesco degli eurobond è non solidale, gretto e vigliacco». E ha spiegato come, di fronte a una crisi devastante come il coronaviru­s, le obbligazio­ni comuni non abbiano alternativ­e per un’europa che vuole vivere e sopravvive­re. Gli danno ragione i saggi che guidano gli istituti economici, ex ministri come Joschka Fischer e Sigmar Gabriel, intellettu­ali come Jürgen Habermas, l’ex cancellier­e Gerhard Schröder nell’intervista al Corriere.

Quanto tempo ci vorrà perché questo difficile processo si compia, non possiamo dirlo. Occorre ricordare che la Storia ha un peso nella psiche

Contraddiz­ioni

Nel 2014 Beppe Grillo disse a Strasburgo: i soldi all’italia vanno alla criminalit­à

tedesca, nel bene (il pacifismo) e nel male (l’ossessione del risparmio).

Ieri Angela Merkel ha di nuovo detto no agli eurobond, ma ha anche aperto a «nuove soluzioni» spiegando che la Germania «è pronta a dare solidariet­à». Non esattament­e la cancellier­a «ferma» auspicata da Die Welt. L’ostacolo, anche lessicale, resta. E le sciocchezz­e di certi commenti non aiutano.

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