«La Ue cerca da subito un vaccino Già stanziati 250 milioni di euro»
Johnson migliora Lascia la terapia intensiva La commissaria: «La nostra risposta alla crisi non è scoordinata»
Il piano del professor Ferrari non gli è stato chiesto: lo ha inviato lui a Ursula von der Leyen Ora il Cer cercherà un altro presidente La cosa più importante è che sia rispettata l’autonomia scientifica
BERLINO «Se c’è un settore nel quale la Commissione europea ha messo soldi, coordinato gli sforzi e agito su diversi fronti dal trattamento al vaccino , questa è la ricerca e l’innovazione».
Mariya Gabriel è la commissaria europea responsabile per la Ricerca e l’innovazione. Bulgara, 40 anni, già deputata a Strasburgo nel gruppo del Ppe, Gabriel inizia l’intervista con un forte messaggio di «solidarietà all’italia, al suo personale medico in prima linea e ai suoi cittadini»: «Noi siamo al vostro fianco».
«La Commissione — spiega Gabriel — non ha atteso che la crisi esplodesse per agire. Già a gennaio, ho lanciato una Emergency Research Call per la quale abbiamo ricevuto quasi 100 progetti, che coprono tutti gli aspetti dell’esplosione della pandemia. Di questi, ne abbiamo selezionati 18, mobilitando 48,5 milioni di euro. Anche grazie a questa iniziativa, 140 gruppi di ricerca in tutta l’europa stanno già lavorando su tre fronti: il vaccino, i test diagnostici, le terapie».
L’italia è «presente in 10 dei 18 progetti. Uno di questi, Exscalate4cov, è coordinato dalla Dompé Farmaceutici e combina la ricerca medica con la forza dei supercomputer. Italiano è anche uno dei centri di supercalcolo coinvolti, il Cineca».
Altre iniziative sono state la Innovative Medicine Initiative, cooperazione pubblicoprivato tra l’ue e l’industria farmaceutica, «cui contribuiamo con 45 milioni di euro e altrettanti ne aspettiamo dal
Il primo ministro britannico Boris Johnson, 55 anni, è uscito dalla terapia intensiva ed è stato spostato in reparto dove, ha detto un portavoce di Downing Street, la sua ripresa verrà «attentamente monitorata«. Johnson, risultato positivo al Covid due settimane fa, era stato ricoverato domenica e si è aggravato lunedì. Il premier secondo la nota di palazzo sarebbe «di ottimo umore» aziende, per un totale di 90 milioni di euro» e per cui sono già stati sottoposti 144 progetti.
Infine, 164 milioni di euro sono stati stanziati per le start-up e le piccole e medie imprese, «finalizzati a progetti innovativi». Per esempio, «come produrre dei ventilatori in grande quantità che non siano cari».
L’azienda tedesca Curevac è in fase avanzata di sperimentazione di un vaccino. Il governo di Berlino ha accusato l’amministrazione Trump di voler acquistare il brevetto o addirittura l’intera impresa per usare il futuro vaccino «esclusivamente per gli americani». La Commissione ha fatto qualcosa?
«Abbiamo reagito con prontezza, per dare un segnale che l’europa c’è soprattutto quando si tratta di difendere i suoi cittadini e affermare il principio che ogni vaccino o trattamento prodotti in Europa siano accessibili a tutti. A Curevac abbiamo assicurato un finanziamento fino a 80 milioni di euro, parte di una linea di credito creata insieme alla Bei e dotata di 250 milioni di euro».
Eppure l’assenza di coordinazione è uno degli argomenti invocati dal professor Mauro Ferrari per motivare le sue dimissioni da presidente del Consiglio europeo per la ricerca. Come lo spiega?
«Vorrei ringraziare il professor Ferrari per il suo lavoro nei tre mesi dell’incarico e augurargli successo nei suoi impegni futuri. Mi dispiace abbia deciso di dimettersi in un drammatico momento di crile si, in cui l’ue ha un ruolo chiave e compito della scienza e della ricerca è dare un esempio di unità e disciplina».
Che farete adesso?
«Il comitato di selezione inizierà la ricerca di un nuovo presidente. Per me come commissario e per il collegio, l’importante è continuare a rispettare l’autonomia scientifica del Consiglio, nel cui board siedono eminenti scienziati da tutta Europa, fra cui anche due italiani».
Ma è vero che Ferrari ha presentato alla presidente von der Leyen un piano di intervento, del quale non si è più saputo nulla?
«Io ho parlato a più riprese con il professor Ferrari. Ma non è vero che il piano gli è stato chiesto dalla presidente von der Leyen. Lo ha presentato lui, e lei dopo gli ha chiesto chiarimenti. Ma trovo quantomeno ingiusto che Ferrari accusi l’ue di non aver dato una risposta coordinata, di fronte agli sforzi dei ricercatori e alle misure varate dalla Commissione che le ho appena elencato».