L’allarme dei commercialisti: «Serve semplificare subito O gli aiuti saranno in ritardo»
Miani: rinviare tutti i versamenti a settembre
Anche stavolta è negativo il parere dei commercialisti sugli aspetti fiscali e contabili del «Decreto Liquidità» del governo. «Ormai non più soltanto una questione di somme o di cifre, ma di metodo — chiarisce Massimo Miani, presidente dei commercialisti italiani — La complicazione è uno dei grandi mali di questo paese. Sta finendo per invalidare le misure più importanti varate per l’emergenza sanitaria. Ogni provvedimento è pieno di eccezioni e requisiti, ogni iter burocratico è complesso e di difficile interpretazione. Questo ha fatto in modo che finora non un solo euro di quelli previsti sia finito nelle tasche degli italiani. Al contrario di quello che stanno facendo altri paesi europei che hanno dato priorità alla rapidità degli aiuti».
Anche in tema di misure fiscali e tributarie ci si attendeva molto di più. «Avevamo auspicato — ricorda Miani — un blocco generalizzato dei versamenti fino al 30 settembre, che comprendesse non solo i versamenti periodici di Iva, ritenute, contributi previdenziali e premi assicurativi, ma anche quelli relativi alle dichiarazioni dei redditi e Irap che scadono il 30 giugno. Fu fatto l’anno scorso a causa dell’introduzione dei nuovi Isa non vedo come non si possa fare quest’anno in presenza di una situazione emergenziale di queste dimensioni, con problemi di liquidità che non saranno certo ancora risolti e con la programmazione del lavoro nei nostri studi che a questo punto è completamente saltata».
Esistono misure semplici e immediate da applicare in materia fiscale per evitare complicazioni e garantire effetti immediati. «Facciamo qualche esempio pratico — continua il presidente dei commercialisti — oggi è impensabile pagare Irpef e Irap . In una situazione così disastrata bisognerebbe rinviare tutto. Invece, anche quando si parla di liquidità e prestiti si ha la sensazione che il governo dica: fatevi prestare i soldi dalle banche per pagare le tasse, non per riaprire le vostre imprese. Si poteva creare un meccanismo di aiuti sulla base del fatturato dello scorso anno: grazie alla fatturazione elettronica il fisco ha già tutti i dati che servono. Legare gli aiuti ai ricavi ha invece complicato tutto. Adesso però bisogna cambiare approccio: bisogna semplificare e bisogna farlo adesso. Se le erogazioni arrivassero alla gente e alle imprese tra due o tre mesi sarebbe troppo tardi».
La lotta contro il tempo scatterà per l’accesso al credito: l’intero mondo delle imprese si rivolgerà alle banche per avere liquidità. «Non solo — aggiunge Miani — Lasciano perplessi anche i termini per la restituzione: due anni per il preammortamento e sei anni per la restituzione sono probabilmente troppo poco. Alla fine quest’anno viene concesso tutto, ma poi i debiti andranno comunque rimborsati e contestualmente molti saranno chiamati a ricapitalizzare: non sarà affatto una cosa semplice».
E poi, in un simile scenario, arriva anche la «doccia fredda» del cambio di requisiti per ottenere il bonus da 600 euro per i professionisti iscritti alle Casse di previdenza previsto dal Cura Italia. «Le Casse — spiega Miani — erano già pronte ad erogare il bonus grazie anche al lavoro svolto nei giorni scorsi da migliaia di nostri colleghi che hanno inviato le richieste per i loro clienti liberi professionisti, facendo i salti mortali per interpretare norme incerte.
Ora tutto si ferma incredibilmente, con un ulteriore allungamento dei tempi per l’erogazione di cifre comunque insufficienti per sostenere concretamente centinaia di migliaia di liberi professionisti che, come milioni di altri lavoratori italiani, stanno patendo gli effetti dell’emergenza. Avevamo duramente criticato il Cura Italia per la clamorosa disparità di trattamento riservata ai professionisti iscritti agli Ordini professionali ma quello che succede oggi lascia davvero senza parole in senso negativo». Quel negativo, che in caso di coronavirus è un sollievo, ma che per l’economia del paese rischia di diventare un incubo.