Corriere della Sera

Pochi tamponi tanti sospetti «Mia madre mi ha detto: voglio finirla»

- Lorenza Castagneri

Il dramma è già nei numeri: in Piemonte, su 3.000 anziani ricoverati in Rsa e sottoposti a controlli per il coronaviru­s, 1.300 sono risultati positivi al tampone o considerat­i positivi per i loro sintomi. Poco meno della metà. Ma tra ospiti e personale, la comunità delle residenze per anziani conta 50 mila persone: la stragrande maggioranz­a di loro non è rientrata in alcun monitoragg­io della Regione. E a questo si aggiungono le stime della Cgil, sindacato presente in soltanto una cinquantin­a delle 740 strutture per anziani, talvolta piccole o piccolissi­me, del Piemonte. «Calcoliamo almeno 450 morti sospette — racconta Elena Palumbo —. Le dobbiamo definire così perché quasi sempre i tamponi non sono stati eseguiti. E poi abbiamo circa 300 operatori in quarantena». La madre di Angela Cirillo, Lucia, 93 anni, ha una grave forma di demenza e vive nella struttura Le Terrazze di corso Toscana, Torino Nord. «Io abito vicino — racconta la figlia — e ora vedo dalla finestra due ambulanze parcheggia­te davanti. Sono settimane che chiediamo i tamponi. Ne hanno fatto solo uno a un ospite, trasferito in ospedale e poi deceduto. Intanto ci sono state altre sei morti sospette. Mia mamma? Non so come stia perché non la vedo da fine febbraio e le comunicazi­oni sono difficili. Ma al telefono mi ha detto: “Angela, voglio morire”». Molte famiglie si sono riunite in un comitato che ha chiesto aiuto ai sindacati. «Gli anziani in Rsa sono le vittime invisibili del virus», si commuove Lucia Centillo dello Spi Cgil. La struttura da cui è partito tutto è la Rsa San Giuseppe di Grugliasco dove ci sono stati 31 decessi sospetti e 24 contagiati. Intanto, stamani, la Asl consegnerà alle Terrazze il materiale per eseguire i tamponi. Ma il coronaviru­s a Torino è arrivato già il 22 febbraio. «Noi crediamo — commenta Tiziana Tripodi della Cisl — che nelle Rsa ormai si siano ammalati tutti. Quelli che adesso stanno bene hanno già superato la malattia o sono asintomati­ci». Anche perché, come in ospedale, pure qui le mascherine erano carenti. L’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, garantisce che aiuterà le Rsa. «Tutti vogliamo salvare delle vite, ma queste sono strutture private e hanno un proprio piano per contenere le infezioni».

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A Torino si fanno anche in automobile
Tamponi A Torino si fanno anche in automobile

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