Il manager e la truffa mascherine «Così ci guadagno, finché dura»
bloccato solo perché la concessionaria statale Consip ha sentito odore di truffa dopo l’assegnazione e sporto denuncia alla Procura di Roma, che grazie agli investigatori della Guardia di Finanza ha svelato l’imbroglio con un’indagine-lampo — riguardava le mascherine: 15 milioni e 800.000 euro per portarne in Italia 24 milioni, i primi tre entro una settimana; ma dei dispositivi di protezione non c’era nemmeno l’ombra.
Per questa «puntata d’azzardo giocata sulla salute pubblica e su quella individuale di chi attendeva, e attende, le mascherine» è finito in carcere Antonello Ieffi, quarantaduenne imprenditore rampante, «spregiudicato e temerario» secondo il giudice che l’ha fatto arrestare, un passato di frequentazioni da cronache rosa e nere tra Manuela Arcuri, Fabrizio Corona e giri di usura e estorsioni, le mani in pasta in una decina di società «operanti nei settori più diversi». Con una di queste, la Biocrea società agricola, destinata a «coltivazione di fondi e allevamento di animali», aveva vinto la gara Consip indetta il 9 marzo per l’approvvigionamento milionario delle mascherine.
Una settimana dopo, alla vigilia della prima consegna concordata, la concessionaria sollecita informazioni e Ieffi (che avendo alcuni procedimenti penali a carico s’era premurato di cedere fittiziamente le quote a una presunta complice, ora indagata come lui per turbativa d’asta e inadempimento di contratto pubblico) assicura che è tutto pronto all’aeroporto cinese di Guangzhou Baiyun; un volo per Milano-malpensa è già programmato per l’indomani. Nel frattempo scrive al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, all’indirizzo e-mail della Camera