Corriere della Sera

«L’italia riparta dalla cultura Riapriamo mostre e musei»

- di Vittorio Sgarbi

Un appello affinché si salvaguard­i la cultura, ferita dall’emergenza virus, e una proposta: nel rispetto delle precauzion­i, riapriamo i musei e le mostre chiuse a causa delle misure sanitarie. Lo chiede lo storico dell’arte Vittorio Sgarbi al capo dello Stato, ai governi e a tutti quelli che lavorano nella cultura.

Èquesta l’occasione per chiamare a riflettere gli uomini di cultura che si ritrovano nell’orgoglio dell’arte italiana e del Rinascimen­to di cui Raffaello è il più alto simbolo. Avevo già invitato il presidente della Repubblica a Urbino per venire a celebrare il grande pittore nel giorno della sua nascita. Non è stato possibile, evidenteme­nte, ma si celebra comunque meditando e guardando le immagini delle sue opere. Però mi sembra , essendoci una grande mostra che molti non hanno visto perché ha chiuso dopo due giorni dall’apertura, una mostra di Raffaello così importante alle Scuderie del Quirinale, di poter fare un appello, un appello esteso a tutti quelli che lavorano, con orgoglio e identità, nel mondo della cultura, dal ministro Dario Franceschi­ni agli assessori alla Cultura, agli scrittori, ai pittori.

L’appello è semplice: che nei provvedime­nti economici non ci siano tagli per la cultura, che, alla ripresa, la cultura possa essere il primo riferiment­o in un’italia che avrà visto evidenteme­nte per il turismo molte prenotazio­ni da Paesi stranieri annullate, ma anche quelli che non verranno in Italia dalla Germania, dalla Francia, dall’america, sanno comunque che l’italia è il luogo in cui la bellezza ha il suo più alto trionfo, e ancor meglio gli italiani, quindi potranno limitare le vacanze al mare, i luoghi dove festeggiar­e in tanti gruppi, e andare nei musei e alle mostre. Possiamo recuperare nella fase conclusiva anche mostre che sono state aperte proprio i giorni della chiusura di tutto e quindi sono state più chiuse che aperte e, augurandoc­i che tutto possa avvenire prima della fine di aprile, io chiedo che non solo non vengano tagliati fondi, e chiedo a tutti quelli che mi leggono di condivider­e questo appello per la cultura, perché si possa investire sui musei e sulle mostre per i prossimi mesi, fino a che nel nuovo anno tutto possa riprendere prima; e che, tra le prime cose che si aprano, che sono state insensatam­ente chiuse, ci siano i musei, i musei e le mostre, e si faccia come con i supermerca­ti, che sono così fondamenta­li per i beni primari; e primaria deve essere anche la conoscenza, un bene primario, primaria deve essere la letteratur­a, deve essere la bellezza, l’arte. Con queste caratteris­tiche, non può un museo o una mostra essere perennemen­te chiuso, non poter tentare di andarci nemmeno in piccoli gruppi.

Ecco, rispettand­o il contingent­amento che viene applicato per chi va nei supermerca­ti, chiedo, e spero che tanti con me lo chiedano, che musei e mostre siano riaperti il prima possibile, già subito dopo Pasqua. Si perde la Pasqua come grande occasione di movimento e le persone continuera­nno a stare in casa ma, quando usciranno, io credo 18 aprile, 20 aprile o 25 aprile, non sia tardiva la riapertura dei musei, si dica che possono venire per vedere le sale. In ogni sala, non più di dieci persone, a un metro di distanza, che è l’unica misura che sembra oggettiva e che sembra condivisa in tutti i decreti che sono stati fatti, compresi quelli assurdi che impediscon­o di fare una passeggiat­a. E certamente è molto più sano stare all’aperto che stare in un piccolo appartamen­to in 5 o 6, uno dei quali magari si è ammalato.

Ma questa è altra questione. Si stabilisca che, a un metro di distanza, si può ricomincia­re a entrare in musei e mostre, il prima possibile. Lo dico a Franceschi­ni, lo dico a tutti quelli che possono decidere, al governo, non all’opposizion­e evidenteme­nte; ma io non penso di parlare come opposizion­e, penso di parlare come quello che interpreta un pensiero di molti, che la chiusura dei musei è una ferita contro la cultura. Riapriamol­i, riapriamol­i a numeri contingent­ati, nel massimo rispetto delle norme di sicurezza. E si possa ripartire, nel nome di Raffaello, da Urbino.

 ??  ?? Una sala della mostra Raffaello. 1520-1483 alle Scuderie del Quirinale di Roma fino al 2 giugno ora visitabile solo attraverso il sito web delle Scuderie (scuderie quirinale.it). Al centro: la Dama col liocorno
Una sala della mostra Raffaello. 1520-1483 alle Scuderie del Quirinale di Roma fino al 2 giugno ora visitabile solo attraverso il sito web delle Scuderie (scuderie quirinale.it). Al centro: la Dama col liocorno

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