Regioni, riaperture fai da te
Ordinanze e regole diverse. Il governo prepara la ripresa a scaglioni per età
La cornice ovviamente è più o meno uguale per tutti. Ma poi ogni Regione ha «adattato» al proprio territorio le regole per ripartire. Aperture e chiusure. In ordine sparso. Chi ha maglie un pochino più larghe, chi invece ha deciso di essere ancora più «severo» rispetto al decreto del presidente del Consiglio. In questa situazione il governo prepara la ripresa che potrebbe avvenire a scaglioni per età. Sul fronte del virus ieri in Italia i numeri dicono che i morti sono oltre 20 mila dall’inizio della pandemia, ma scende il numero dei ricoverati. La sottosegretaria al Turismo Lorenza Bonaccorsi ha detto: «Quest’estate si va al mare».
ROMA Riaprono da oggi le librerie, le cartolerie, i negozi per bambini: sì, no, forse. Perché le nuove misure per la ripartenza, previste dall’ultimo Dpcm di Palazzo Chigi venerdì scorso, cozzano ancora una volta con le ordinanze delle singole Regioni, che continuano a decidere in ordine sparso su modalità e tempi. Così, ecco che in Lombardia, Piemonte, Trentino-alto Adige, ma anche nella Campania del governatore Vincenzo De Luca, librerie e cartolerie resteranno chiuse fino al 3 maggio. In Toscana, invece, le cartolibrerie potranno riaprire già da oggi (come in Liguria) «ma solo a tre condizioni», scandisce il governatore Enrico Rossi: «Dopo aver sanificato i locali, garantendo a dipendenti e utenti dispositivi di protezione e la distanza di almeno 1,8 metri tra le persone». Rossi, inoltre, ha segnato sul suo calendario il 27 aprile (una settimana prima della scadenza, il 3 maggio, del lockdown del governo) come giorno in cui potrebbero riaprire alcune aziende (metalmeccanica d’eccellenza e moda). Anche in questo caso, però, si pensa a delle limitazioni come turni più scaglionati e mense chiuse.
Nel Lazio, invece, la riapertura delle librerie sarà sì ammessa ma solo dal 20 aprile, per dare il tempo agli esercenti di «garantire le misure di sicurezza necessarie». Insomma, regole che cambiano da Nord a Sud. E poi ecco il Veneto, che passa al lockdown soft: «È un dato di fatto — chiosa il governatore leghista, Luca Zaia — Più di un’azienda su due può lavorare...». Così, in Veneto da oggi cambiano molte cose: negozi di abbigliamento per bimbi e librerie riapriranno sì, ma solo due giorni a settimana. Le novità più grosse però sono legate alle attività motorie e alle uscite da casa. Il limite dei 200 metri viene abolito e uscire senza guanti o mascherina dalla mezzanotte appena trascorsa non è ammesso. Così come uscire con la febbre superiore a 37,5. «Come atto di fiducia — dice Zaia — togliamo i 200 metri ma sia chiaro che si esce per sgranchirsi le gambe non per prepararsi alla maratona».
L’ordinanza sancisce pure che le uscite di casa dovranno essere individuali (eccezion fatta per bimbi a carico o persone disabili) o per consentire ai futuri papà di assistere alla nascita di un figlio. Da oggi poi arriva una nuova unità di misura: due metri di distanziamento sociale per passeggiare o in fila al supermercato. Infine, capitolo picnic e anche in questo caso il Veneto fa da apripista: saranno auto
rizzati il 25 aprile e il Primo Maggio. «Giornate in cui è consuetudine fare grigliate all’aperto — chiosa il governatore — ma saranno consentite all’interno della proprietà e limitatamente al nucleo familiare. Ciò esclude l’arrivo di parenti, amici, inquilini...». Insomma, sì al barbecue in giardino ma niente tavolate.
Mille distinguo: sempre il Veneto conferma la chiusura dei supermarket la domenica e nei giorni festivi, l’emilia Romagna ha deciso invece che potranno riaprire già da domenica 19 aprile. Il limite dei 200 metri abolito da Zaia resiste in Lombardia e si trasforma in divieto in Sicilia, dove il presidente Nello Musumeci ieri sera ha imposto il veto anche alle passeggiate con i figli nei pressi della propria abitazione. L’italia una, nessuna, centomila.