Corriere della Sera

Nelle case di riposo in dodici giorni più morti di marzo

- di Giuseppe Guastella e Gianni Santucci

Aprile di morte, nella Rsa di Milano «Trivulzio» e «Don Gnocchi», due delle case per anziani su cui sta indagando un pool di fiamme gialle coordinato dalla pm Tiziana Siciliano: nei primi giorni di questo mese sono deceduti più ospiti di quanti ne siano morti in tutto il mese di marzo. Circa trecento, dall’inizio della pandemia, le vittime nelle due Rsa. Numeri terrifican­ti. Quanto direttamen­te collegati al coronaviru­s (o alle precauzion­i non adottate dalle strutture) lo dovranno stabilire i dodici fascicoli già aperti in Procura.

MILANO Il punto focale delle indagini, spiega un investigat­ore che lavora ai fascicoli aperti dalla Procura di Milano sulle Rsa dove muoiono centinaia di anziani, sarà il cosiddetto «nesso di causalità». Dimostrare giudiziari­amente, cioè, se esiste un collegamen­to tra l’infezione da coronaviru­s e le morti dovuto alla imperizia, alla negligenza o alla mancata applicazio­ne delle norme da parte del personale delle strutture. Come in due Residenze sanitarie assistenzi­ali finite sotto inchiesta, il Pio Albergo Trivulzio e il Don Gnocchi, dove nei primi 12 giorni di aprile si sono verificati gli stessi decessi (circa 70 e 80, rispettiva­mente) dell’intero mese di marzo.

Non sarà un lavoro facile. In molti casi non è ancora stato chiarito, e non si sa se sarà mai possibile farlo, quanto il coronaviru­s abbia pesato nel portare alla morte pazienti che già soffrivano di patologie gravi, visto che non è stato fatto nemmeno il tampone, né prima né dopo la morte. C’è poi tutto il capitolo che riguarda i dispositiv­i di protezione personale per i lavoratori (mascherine, camici, occhiali, guanti e calzari) che erano già introvabil­i quando si è diffusa la pandemia, e

La Procura Le verifiche sulle procedure e sulle dotazioni di guanti, calzari e mascherine

scarseggia­no ancora, non solo a Milano ma in tutto il mondo. Se c’era o se ci sarebbe dovuto essere qualcuno che doveva predisporr­e le scorte indispensa­bili per affrontare una pandemia delle dimensioni di quella che stiamo vivendo, sarà un altro nodo da sciogliere in queste indagini che già si presentano come una sfida titanica per i magistrati che dovranno districars­i tra una mole enorme di documenti, di testimonia­nze e di interrogat­ori.

Quella che si apre oggi, dopo il weekend pasquale, si preannunci­a come una settimana intensa per la Procura di Milano. Sono una dozzina i fascicoli per epidemia colposa e omicidio colposo plurimo aperti su altrettant­e Rsa dai pm del pool che si occupa dei reati legati alle colpe mediche e ai soggetti deboli. A partire da quella sul Pat per la quale i sostituti procurator­i Mauro Clerici e Francesco De Tommasi hanno iscritto nel registro degli indagati il direttore generale Giuseppe Calicchio. La Guardia di Finanza di Milano e la polizia giudiziari­a del dipartimen­to guidato dall’aggiunto Tiziana Siciliano già oggi potrebbero presentars­i alla Baggina per sequestrar­e o acquisire la documentaz­ione sugli anziani morti dopo lo scoppio dell’epidemia da Covid-19 e sulle comunicazi­oni con la Regione e la Ast, in particolar­e quelle che riguardano le misure da applicare per evitare la diffusione del contagio.

Parte di questi documenti è stata trasmessa dal Pat agli ispettori del ministero della Salute, come la circolare del Pirellone sul trasferime­nto degli anziani dagli ospedali alle Rsa. Oltre al fascicolo sul Don Gnocchi, i cui vertici sono stati indagati dai pm Letizia Mocciaro e Michela Bordieri, si lavora anche a quelli sulla Rsa del Comune al Corvetto, sulla «Anni Azzurri» a Lambrate e sulla Sacra Famiglia di Cesano Boscone, per la quale il pm Mauro Clerici ha indagato presidente e dg.

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