Corriere della Sera

Boccia: chi vuole riaprire ne sarà responsabi­le E ora gli scienziati diano risposte chiare

Oggi in vigore il decreto che consente anche l’attività delle librerie e dei negozi per l’infanzia Ma sul territorio scattano regole diverse: dalla Toscana al Lazio, le riprese variabili In Veneto ora lo jogging è possibile a distanza da casa, mascherine

- Monica Guerzoni

La salute viene prima dei soldi, la dimensione sociale prima di quella economica. Il ministro degli Affari regionali e delle Autonomie, Francesco Boccia, frena chi vorrebbe riaprire tutto e subito: «Nella fase due entreremo dal 4 maggio, dobbiamo ancora mantenere la barra dritta».

Siamo ancora nella fase uno?

«Sì, siamo nella fase in cui vediamo le prime luci e dobbiamo difendere i risultati raggiunti. Capisco la voglia di uscirne, ma i numeri ci dicono che siamo ancora dentro l’emergenza. Se il presidente Emmanuel Macron prolunga il lockdown all’11 maggio, è perché sa che senza salute non c’è economia».

Le imprese premono e tanti italiani vogliono tornare a una vita «normale».

«Parlare di normalità vuol dire illudere la gente, perché se fai un errore distruggi settimane di sacrifici di tutti. A chi non ha colto l’insegnamen­to di questi 45 giorni perché annebbiato dal dio denaro, ricordo che l’italia conta 160 mila casi e 20 mila morti. Chi pensa che il futuro sarà come il passato pre coronaviru­s, non ha capito in che fase del mondo siamo entrati. Ai fautori dell’aprire a tutti i costi ricordo che la solidariet­à è venuta dal volontaria­to, dai medici e dagli infermieri partiti anche a Pasqua per andare in corsia al Nord, mettendo a rischio la loro salute».

Come cambierà il mondo del lavoro?

«Si baserà sui risultati prodotti e non sulle ore di lavoro. La dimensione economica verrà stravolta dal superament­o dei vincoli burocratic­i, da semplifica­zioni senza precedenti e dalla riduzione delle imposte».

Intanto le Regioni procedono in ordine sparso. Perché il governo non riesce a mettere ordine nel caos?

«Mettere ordine con 21 sistemi regionali diversi è un obiettivo ambizioso. Quello che puoi ottenere, è che la nave Italia segua la stessa rotta».

Fontana chiude tutto fino al 3 maggio, Zaia riapre le

Il ritorno alla normalità Parlare di normalità vuol dire illudere la gente: se fai un errore distruggi settimane di sacrifici di tutti. A chi non ha colto l’insegnamen­to di questi 45 giorni ricordo che l’italia conta 160 mila casi e 20 mila morti

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«I presidenti che vogliono riaprire se ne assumono la responsabi­lità, come ho detto a Fugatti che guida la Provincia di Trento e vuole sbloccare alcuni cantieri. Non è meglio aspettare la valutazion­e sulle classi di rischio di ciascun lavoratore, pronta fra sei o sette giorni? Perché partire prima, rischiando che si accenda un focolaio? Consiglio di seguire le linee della comunità scientific­a e le scelte del governo. Zaia avrà fatto le sue valutazion­i sulla base dei contagi, ma io penso che se qualche presidente di Regione apre i cantieri senza aspettare le classifica­zioni di rischio dell’inail si assume la responsabi­lità delle forzature».

Gli italiani devono mettere le mascherine o no?

«Le Regioni che le rendono obbligator­ie devono darle a tutti e regalarle a chi non può acquistarl­e».

Non siamo molto indietro con i test?

«Chiedo alla comunità scientific­a, senza polemica, di darci certezze inconfutab­ili e non tre o quattro opzioni per ogni tema. Chi ha già avuto il virus, lo può riprendere? Non c’è risposta. Lo stesso vale per i test sierologic­i. Pretendiam­o chiarezza, altrimenti non c’è scienza. Noi politici ci prendiamo la responsabi­lità di decidere, ma gli scienziati devono metterci in condizione di farlo. Non possiamo stare fermi finché non arriva il vaccino».

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