Lo studio del Politecnico di Torino: ecco che cosa servirà alle imprese
Anche il Piemonte ha la sua task force per la ripartenza. L’ha riunita ben prima dell’esecutivo il rettore del Politecnico Guido Saracco: oltre 80 esperti provenienti dal mondo della sanità, della magistratura, dell’accademia, dei sindacati e delle associazioni datoriali che ha redatto uno studio — «Imprese aperte», così si chiama — in grado di garantire la riapertura di fabbriche e luoghi di aggregazione mitigando il rischio contagio da Covid-19. Tra gli estensori Annalisa Lantermo, igienista del lavoro, già direttrice dello Spresal di Torino e a lungo collaboratrice dell’ex procuratore Raffaele Guariniello, e Pierluigi Lopalco, ordinario di epidemiologia dell’università di Pisa. Tra le aziende che invece credono nel progetto Fiat
Chrysler, Italdesign, il gruppo Rinascente e poi il Museo Egizio, il Teatro Regio. Prima di ripartire, però, gli studiosi piemontesi fanno i conti sull’equipaggiamento di sicurezza: ai lavoratori italiani (23,3 milioni, dati 2019) serviranno 960 milioni di mascherine su base mensile e oltre 9 milioni di litri di gel igienizzante. Il team di Saracco consiglia l’utilizzo di mezzi di trasporto singoli alternativi (biciclette, scooter elettrici) predisponendo aree di parcheggio dedicate, oltre che inserire sistemi di trasporto aziendale a navetta. Il dossier poi suggerisce riunioni via internet, posti alternati in mensa e all’ingresso della azienda la misura della temperatura corporea e l’autocertificazione su assenza di eventuali contatti avuti con pazienti affetti da Covid-19, oltre che l’adozione di dispositivi di monitoraggio come telecamere infrarossi e la segnalazione, via intranet, della propria condizione di salute pur tutelando la propria privacy. Viene raccomandato il supporto psicologico ai dipendenti e agli autotrasportatori che giungono in azienda di non scendere dal mezzo e accedere agli uffici. Non dovrà mancare un luogo deputato all’isolamento di chi manifesta sintomi da coronavirus, la pulizia al termine di ogni turno delle postazioni di lavoro (ma si parla anche di rubinetti e maniglie), l’installazione di barriere in plexiglass in luoghi a contatto a diretto.