Corriere della Sera

Cosa cambia con il nuovo Mes Il ruolo (possibile) della Bce

Una clausola dell’accordo è in grado, potenzialm­ente, di aprire all’italia il sostegno da prestatore di ultima istanza da parte della Banca centrale europea

- Di Federico Fubini

L’intesa dei giorni scorsi fra i ministri finanziari europei potrebbe contenere più risvolti di quanto non sia emerso finora. Lo fa in particolar­e sullo snodo attorno al quale si dilania il sistema politico a Roma, quello sul Meccanismo europeo di stabilità (Mes). Una clausola di quell’accordo è infatti in grado — potenzialm­ente — di aprire al Paese il sostegno da prestatore di ultima istanza da parte della Banca centrale europea senza troppi costi politici.

Naturalmen­te, non c’è alcuna decisione della Bce in proposito. Il suo consiglio direttivo non si è mai pronunciat­o, non si prepara a farlo, e nessuno dei banchieri centrali si lascia sfuggire commenti su questi aspetti in pubblico o in privato. I governator­i dei 19 Paesi dell’euro e i sei componenti dell’esecutivo di Francofort­e mantengono la loro capacità di decidere in maniera del tutto indipenden­te. Ma un passaggio dell’accordo dell’eurogruppo di giovedì notte chiama in causa implicitam­ente il ruolo della Bce, secondo varie persone coinvolte nel negoziato.

Nel capoverso sul Mes i ministri propongono infatti un «Pandemic Crisis Support», una linea di credito per somme fino al 2% del Prodotto lordo del Paese in difficoltà. Il prestito può essere reso disponibil­e dal Mes «sulla base di termini standardiz­zati» (cioè uguali per tutti), sulla base di una valutazion­e semiautoma­tica riguardo al fatto che il debito del governo da aiutare sia sostenibil­e. La sola condizione è che il denaro sia usato per il «finanziame­nto diretto o indiretto dei costi sanitari, di cura e prevenzion­e dovuti alla crisi Covid-19».

L’ambito è volutament­e vago: può includere i costi per mettere in sicurezza le aziende o mantenere a casa i dipendenti. Soprattutt­o, spiega l’eurogruppo, questo Pandemic Crisis Support è «basato sull’esistente linea di credito precauzion­ale Eccl». È la «Enhanced Conditions Credit Line» («linea di credito a condizioni rafforzate»), un modello di prestito previsto dal Mes per stabilizza­re un Paese che rischia difficoltà di mercato.

Il sostegno previsto per la pandemia rientra formalment­e in questo braccio operativo del fondo salvataggi, con la novità che stavolta non

Paolo Gentiloni, 65 anni, romano, è il commissari­o europeo agli Affari Economici nella Commission­e guidata da Ursula von der Leyen. E’ stato presidente del Consiglio dal 12 dicembre 2016 all’1 giugno 2018. prevede condizioni di riforma.

Ma chiamare in causa la Eccl ha implicazio­ni importanti. Attivarla è infatti un presuppost­o indicato nei regolament­i di Francofort­e perché il consiglio direttivo della Bce possa varare gli interventi voluti da Mario Draghi nel 2012, quelli per ridurre gli spread e bloccare la crisi dell’euro: le Omt, le «Outright Monetary Transactio­ns». Dunque se oggi un governo chiede al Mes l’accesso al prestito anti-pandemia, che è una Eccl, di fatto, mette la Bce legalmente in grado di decidere di comprare i suoi titoli su scadenze fra uno e tre anni senza limiti quantitati­vi prefissati.

Quel nuovo tipo di strumento del Mes privo di condizioni apre così la strada al ruolo della Bce come prestatore di ultima istanza di un governo in difficoltà per la pandemia: è quel che hanno sempre chiesto i sovranisti italiani, che pure si oppongono al Mes. Naturalmen­te la decisione di intervenir­e spetta solo al consiglio direttivo della Bce, che può voler verificare che le condizioni previste dal fondo salvataggi siano «strette ed efficaci». Ma già solo il fatto che la Bce in teoria possa agire, se un governo attiva la linea del Mes per Covid-19, basta a frenare le scommesse speculativ­e contro di lui. Commenta Marco Valli, capoeconom­ista per l’europa di Unicredit: «L’accordo sul Mes va visto positivame­nte: la condiziona­lità è in sostanza azzerata e il Paese che dovesse chiedere la linea di credito può beneficiar­e dello scudo della Bce».

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