«Ho 2 figli con Assange» L’avvocata-compagna tenta di farlo scarcerare
Rivelazione di Stella: «Papà affettuoso, in cella rischia»
Dall’11 aprile 2019 Julian Assange si trova nel carcere di Belmarsh, dove l’epidemia di Covid-19 imperversa, un detenuto è morto e i malati sono più di cento. Il fondatore di Wikileaks ha un’insufficienza polmonare cronica. È la paura di non rivederlo ad aver spinto Stella Moris, avvocata sudafricana che ha fatto parte della sua squadra legale, a raccontare la loro storia. Sono fidanzati dal 2017. Hanno due bimbi di tre e un anno. Hanno deciso di costruire una famiglia per «abbattere i muri della prigionia e respirare aria di normalità».
Arriva in ricorrenza del primo anniversario del suo arresto la notizia che quando era rinchiuso nell’ambasciata dell’ecuador Assange, accusato di molestie sessuali in Svezia — un fascicolo chiuso e poi riaperto con l’aggiunta di diversi casi — e di spionaggio negli Usa, ha vissuto una storia d’amore che lo ha reso due volte padre. Moris, il cui nome all’anagrafe sarebbe Sara Gonzales Devant, è uscita allo scoperto per richiamare l’attenzione sul caso del compagno, che a Belmarsh, sostiene, rischia di morire. Se diversi detenuti a basso rischio sono stati scarcerati, Assange rimane dietro le sbarre. Già a settembre avrebbe potuto uscire su cauzione ma il giudice preposto al caso non ha voluto rischiare.
La volta scorsa, quando nel maggio del 2012 si era palesato il procedimento di estradizione negli Stati Uniti, aveva violato i termini della libertà cautelare e si era barricato dentro l’ambasciata dell’ecuador. C’erano voluti sette anni per tirarlo fuori.
«È un uomo dolce, affettuoso, pieno di attenzioni, molto sensibile», ha raccontato Stella con un filmato Youtube ripreso da Wikileaks. È un padre «dolcissimo», che ha voluto assistere ai due parti in diretta video e che adora ogni momento che ha potuto trascorrere con i due bimbi. Gabriel e Max sono stati a trovarlo più volte all’ambasciata e in carcere e gli parlano al telefono regolarmente. «Sono bambini molto allegri che regalano felicità», ha sottolineato.
Non è chiaro se Moris si sia consultata con Assange prima di diffondere il video, ma ha sottolineato di aver deciso di rompere il silenzio per chiedere il rilascio del compagno, che «non sta bene e rischia di morire». Moris ha scritto al giudice sottolineando che «nell’arco degli anni tra i due è nato un forte legame emotivo e intellettuale» e indicando la loro intenzione di sposarsi, che sia scarcerato o meno.
Il mese prossimo dovrebbe continuare presso le corti londinesi il procedimento di estradizione negli Stati Uniti, dove Assange è accusato di spionaggio per aver pubblicato su Wikileaks informazioni riservate sulla difesa statunitense, ma per via dell’emergenza del Covid-19 le tappe del ricorso sono incerte. Ciò che Moris tiene invece a sottolineare è che le condizioni in cui Assange è tenuto sono inaccettabili.
Sarebbe in isolamento 23 ore al giorno. Tutte le visite sono state cancellate. «La mia relazione con Julian è l’opposto di ciò che la gente crede di lui», ha spiegato.«è un uomo riservato, che mi rispetta. Abbiamo cercato di risparmiarci a vicenda l’incubo della nostra esistenza».