Corriere della Sera

GIORNI CHE VALGONO ANNI PER QUESTO NON SI PARLA D’ALTRO

- Caro Giuseppe,

Caro Aldo, capisco che il coronaviru­s sia un gravissimo problema, ma che tutti i telegiorna­li parlino al 95% solo di questo, mi sembra una violazione della informazio­ne. Non succede nient’altro nel mondo? Giuseppe Selva giuseppe.selva@gmail.com

La capisco. Però il 95 per cento delle lettere e dei messaggi che riceviamo riguarda il coronaviru­s. E come biasimare i lettori?

Non so se davvero nulla sarà più come prima. Magari torneremo quelli di sempre. Di sicuro, ci sono anni, a volte decenni, in cui non accade quasi nulla, e ci sono giorni in cui accade di tutto, che pesano come macigni, che segnano un passaggio d’epoca.

Consideri la presidenza Trump. Dopo lo choc della sua elezione (8 novembre 2016), non erano accaduti gli sconquassi che molti temevano. Il presidente aveva commesso certo qualche errore — il più clamoroso, il ritiro degli Stati Uniti dagli accordi di Parigi contro il riscaldame­nto del pianeta; ma citerei anche il tradimento dei curdi —, aveva azzeccato qualche mossa — il taglio delle tasse ai produttori, il disinnesco della crisi con la Corea del Nord —, godeva del buon andamento dell’economia e della Borsa, con il solito problema della ricchezza non redistribu­ita se non in minima parte ai ceti popolari. Poi, all’improvviso, la crisi. All’inizio sottovalut­ata, sulla linea «ne uccide di più l’influenza». Poi affrontata con una massiccia iniezione di liquidità. In ogni caso, in

America nulla è come prima. Con il rischio che si perdano 30, forse 40 milioni di posti di lavoro. Numeri epocali.

Ma il caso più clamoroso è Macron. La Francia ha passato un anno a discutere sulla riforma delle pensioni. Cortei, convegni, talk-show. Il più grande sciopero della storia, la grande rivolta contro la globalizza­zione, eccetera. Poi, il coronaviru­s. Nel secondo dei suoi tre (efficaci) discorsi tv, Macron ha detto una frase di venti secondi: «La riforma delle pensioni è ritirata». Venti secondi. Non se n’è accorto nessuno, non ne ha parlato nessuno, tutti hanno continuato a discutere del Covid19, in un’alternanza di paura della morte e di paura della povertà.

Di cos’altro dovremmo parlare?

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