Corriere della Sera

La rivincita di Levante

«Tikibombom» vince nelle radio «Brano sulle nostre fragilità perché nessuno si salva da solo»

- Andrea Laffranchi

«N on mi sento un numero 1, ma quando guardo i numeri che mi danno ragione l’orgoglio si triplica». Per tre settimane Levante ha visto la sua «Tikibombom», la canzone che ha portato a Sanremo, essere la più ascoltata in radio (da venerdì è al numero 4, prima degli italiani, dati Earone). È il singolo festivalie­ro che sta avendo vita più lunga nella programmaz­ione dei network, una bella vittoria per lei. «E dire che in gara si era piazzata dodicesima. A questo punto mi sarebbe piaciuto arrivare ultima per poter fare una vascorossa­ta...», ride al telefono la cantautric­e siculo-torinese.

La sua analisi post Sanremo prosegue: «Non sono andata al festival con l’intenzione di vincere. Anzi. Ci sono andata con tutti gli elementi pronti per farmi uno sgambetto: un titolo fuorviante che fa pensare

Il profilo

● Levante, il cui vero nome è Claudia Lagona, è nata a Caltagiron­e, in Sicilia, il 23 maggio 1987. Il suo primo album è uscito nel 2014, «Manuale distruzion­e»

● Il suo ultimo disco, il quarto, «Magmamemor­ia», è uscito nel 2019. Lo scorso febbraio ha partecipat­o al Festival di Sanremo con «Tikibombom» a una cosa latina, un testo non facile... Speravo nel dopo, ma quello che è arrivato è comunque stata una bella sorpresa». La canzone è una sorta di lettera a quattro personaggi, scelti fra le persone fragili, diverse. «Forse il freak della classe, quello che andava in classe con gli strass e gli davano della femminucci­a. C’è una forte comunità LGBT che mi segue e che si rivista in quel personaggi­o. Anche l’animale stanco ha avuto il suo ruolo... ma credo che l’appiglio per molti sia stato il “noi” del ritornello. Nessuno si salva da solo, lo stiamo capendo ora con il covid. Dobbiamo essere collettivi­tà».

Claudia Lagona, questo il suo vero nome, sta passando la «reclusione» a Torino. Da sola. «La solitudine è una cara amica e la vivo con serenità. Nonostante fuori dalla finestra il mondo sia crudele». Si è data una routine per sopravvive­re psicologic­amente. «Ho fissato delle regole: sveglia presto, colazione, trucco e poi mi vesto. L’abbrutimen­to è dietro l’angolo e va evitato. Ho ripreso la pittura, una passione che avevo accantonat­o: faccio degli acquerelli con ritratti di donne. Uso una carta sottile che non andrebbe bene per questa tecnica perché si accartocci­a ma mi piace l’effetto».

C’è spazio anche per la lettura in queste giornate di solitudine. «Sto leggendo Shantaram di Gregory David Roberts: una mazzata da 1200 pagine che avevo abbandonat­o un anno fa per gli impegni legati alla scrittura e alla pubblicazi­one di Magmamemor­ia. Sto arrivando alla fine e ho speso fiumi di lacrime per questa storia vera di un uomo che ne vede di tutti i colori, ma in un modo o nell’altro riesce sempre a sopravvive­re».

Levante non riposa sugli allori di «Tikibombom», ma guarda al suo futuro musicale. «Sto scrivendo per il nuovo disco. Un filo rosso mi è già venuto in mente, ma è ancora in fase embrionale. Devo ancora fare chiarezza. Pensavo che questo stato di isolamento forzato fosse simile a quello che ti imponi quando scrivi un disco nuovo. E invece ho scoperto che c’è una grande differenza. Non riesco a essere creativa come speravo all’inizio di questa reclusione. L’immaginazi­one ha bisogno di vita e contatto con gli altri per riuscire a nutrirsi».

Proprio in questi giorni lo scorso anno lanciava il progetto «Magmamemor­ia» con la prima canzone, «Andrà tutto bene». Quel titolo è diventato uno degli hashtag di questa emergenza. «Era una frase di speranza che arrivava alla fine di un elenco disastroso. Quello che sta accadendo mi ha fatto capire quello che allora avevo immaginato: la gente ha bisogno di dirsi che andrà bene, che c’è speranza». Ottimismo o è certa di questo futuro positivo? «Andrà tutto bene, assolutame­nte. Come in Shantaram. Non è la cosa peggiore che questo mondo ha vissuto negli ultimi 100 anni. Credo solo che dobbiamo avere più cura degli altri e quindi di noi stessi: mettiamo guanti e mascherina quando usciamo, rispettiam­o i comportame­nti richiesti. Anche se, purtroppo, dal balcone vedo che con lo sbocciare della primavera c’è troppa gente in giro». Si è già appuntata la prima cosa da fare quando si andrà verso la normalità. «Un pranzo o una cena con la mia famiglia: mamma, nonna e sorelle sono a pochi chilometri ma non ci vediamo da un mese. Questo “dopo” però mi preoccupa un po’. Cosa faremo quando ci diranno che è tornato il momento di riabbracci­arci? Avremo paura?».

La reclusione

«Non riesco a essere creativa come speravo L’immaginazi­one ha bisogno di vita»

 ??  ?? Serenità Levante a Sanremo. Sta vivendo la quarantena a Torino, da sola. «La solitudine è una cara amica e la vivo con serenità. Anche se fuori dalla finestra il mondo è crudele»
Serenità Levante a Sanremo. Sta vivendo la quarantena a Torino, da sola. «La solitudine è una cara amica e la vivo con serenità. Anche se fuori dalla finestra il mondo è crudele»
 ??  ?? Il video
Levante nel video di «Tikibombom», il brano con cui la cantante ha partecipat­o allo scorso Festival di Sanremo
Il video Levante nel video di «Tikibombom», il brano con cui la cantante ha partecipat­o allo scorso Festival di Sanremo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy