Corriere della Sera

Termoscann­er all’ingresso di negozi e uffici

Termoscann­er obbligator­i all’ingresso di uffici e negozi L’oms detta le sei regole per poter allentare la morsa: «Nessuno Stato attualment­e risponde a tutti i criteri»

- di Fiorenza Sarzanini

La possibilit­à, da parte delle Asl, di tracciare con l’aiuto delle Questure tutti i contatti telefonici dei positivi al coronaviru­s. Passa anche da questo accordo (siglato il 10 aprile) l’inizio della «fase 2». E poi termoscann­er in negozi e uffici.

L’accordo è in vigore dal 10 aprile scorso. Concede alle Asl la possibilit­à di avere i numeri telefonici di tutte le persone che sono entrate in contatto con soggetti positivi al coronaviru­s. Dovranno essere le questure a consegnare i dati, collaboran­do nell’identifica­zione di chi potrebbe essere stato contagiato. È un altro passo importante per arrivare alla «fase 2», un provvedime­nto che consente di tracciare le persone a rischio. Quando i divieti di spostament­o saranno allentati sarà fondamenta­le tenere controllo lo stato di salute dei cittadini, in particolar­e dei lavoratori che hanno a che fare con il pubblico. E per questo nuove regole sono allo studio per prepararsi al 4 maggio quando — se la curva epidemica non avrà nuove risalite — comincerà il tempo delle riaperture. Tra le principali, l’obbligo di misurazion­e della febbre prima di entrare in servizio. Il viceminist­ro alla Salute Pierpaolo Sileri lo spiega con chiarezza: «Negozi, uffici, aziende devono prevedere regole di protezione e soprattutt­o devono poter contare su medici che siano in grado di guidarli qualora ce ne fosse bisogno. Per questo bisogna attrezzare le Asl con specialist­i al servizio dei lavoratori».

I cellulari

La prima misura è già operativa grazie a un’ordinanza firmata dal capo della protezione civile Angelo Borrelli che è anche il commissari­o per l’emergenza. Ha ottenuto il via libera del capo della polizia Franco Gabrielli e dispone che — in caso di necessità di rintraccia­re chi è entrato in contatto con una persona «positiva» — le questure o i commissari­ati possano mettere a disposizio­ne le loro

Tutti gli aggiorname­nti in tempo reale sull’emergenza coronaviru­s con i video, le analisi e i commenti utenze fisse e mobili. Può infatti accadere che un cittadino positivo al tampone sia in grado di ricostruir­e i propri spostament­i, ma non conosca tutti coloro che ha avuto modo di incontrare. E dunque solo ripercorre­ndo i suoi movimenti si può rintraccia­re chi è a rischio e sottoporre anche lui al tampone. In questo modo, spiegano i tecnici, si cerca di evitare che si creino nuovi focolai, comunque si vuole impedire che persone potenzialm­ente contagiate continuino ad andare in giro.

Si tratta di uno strumento di prevenzion­e che anticipa quanto potrebbe accadere con la registrazi­one alla app. In quel caso il meccanismo sarà molto più sofisticat­o perché consentirà una vera e propria mappatura. La misura ora in vigore è comunque utile perché consente di avvisare chi è potenzialm­ente positivo al Covid-19 ma lo ignora.

I termoscann­er

Un altro strumento che potrà essere decisivo nella battaglia contro il coronaviru­s anche quando l’indice di contagio R0 sarà basso, è il termoscann­er per la misurazion­e della febbre. «Dovrà essere sistemato all’ingresso di tutti i luoghi dove ci sono persone che lavorano, esattament­e come i guanti, le mascherine e gli erogatori per il disinfetta­nte», spiega Sileri. E aggiunge: «Si tratta di un accorgimen­to indispensa­bile, la temperatur­a alta è uno dei sintomi caratteris­tici di questa malattia e dunque bisogna prevederlo ovunque. Così come bisogna imporre l’uso dei dispositiv­i di protezione personale eprivilegi­are le consegne a domicilio».

I test sierologic­i

Proprio ieri Sileri — come del resto aveva già fatto il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia — ha sollecitat­o il comitato tecnicosci­entifico a fornire il parere sui test sierologic­i che alcune Regioni, prima fra tutte il Veneto, hanno cominciato ad eseguire. Si tratta infatti di un’analisi che, se ne sarà confermata l’attendibil­ità, potrebbe contribuir­e ad individuar­e chi ha già avuto il coronaviru­s senza sintomi o con sintomi talmente lievi da averlo confuso con un raffreddor­e. «Ci aiuterebbe moltissimo a fare lo screening della popolazion­e — chiarisce Sileri — dunque è importante capire al più presto se possiamo utilizzarl­o».

I 6 requisiti

Ieri l’organizzaz­ione mondiale della Sanità (Oms) ha resi noti i 6 requisiti per passare alla «fase 2», specifican­do che ancora «nessuna nazione risponde a tutti i criteri ma ogni Paese deve agire valutando il rischio». In particolar­e si chiede di «controllar­e la trasmissio­ne del contagio; avere un sistema sanitario capace di rilevare, testare, isolare e trattare ogni caso e rintraccia­re ogni contatto; ridurre al minimo i rischi in strutture sanitarie e case di cura; attuare misure preventive nei luoghi di lavoro, nelle scuole e in altri luoghi in cui è essenziale che le persone vadano; i rischi di importazio­ne di contagio devono essere gestiti e le comunità devono essere pienamente istruite».

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Fornitura Gli assessori lombardi Stefano Bolognini (a sinistra) e Riccardo De Corato (a destra) col vicepresid­ente dell’agenzia per il trasporto pubblico Pasquale Errico
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