Case di riposo, offensiva dei pm
Trivulzio e Cesano Boscone, acquisite le cartelle di centinaia di anziani morti
E adesso nelle case di riposano entrano i magistrati: Pio Albergo Trivulzio, La Sacra Famiglia di Cesano Boscone, e altre Rsa. Acquisite le cartelle cliniche di centinaia di anziani morti in queste settimane. La strage del passaggio del Covid-19 dentro le case di riposo: una strage che tra Milano e provincia s’è portata via almeno un migliaio di anziani, diffusa in decine di strutture diverse, ma che ha genesi e percorsi analoghi. Ma il virus continua a colpire. Anche ieri i dati della protezione civile parlano di «solo» 675 malati in più, l’incremento più basso dell’ultimo mese. In aumento le vittime.
La giornata
I militari sono rimasti tutta la giornata negli uffici della direzione generale
Le verifiche
Perquisita anche la Casa Famiglia di Cesano Boscone Indagati i vertici
MILANO Alle 21 di ieri la Guardia di Finanza era ancora negli uffici della direzione generale del Pio Albergo Trivulzio. Le perquisizioni e le acquisizioni di documenti ordinate dalla Procura di Milano, cominciate alle 9 del mattino, non erano ancora finite. Una giornata intera in cui anche da altre città sono arrivate notizie sull’apertura di analoghe inchieste per omicidio colposo plurimo ed epidemia colposa per la strage di anziani falcidiati in tutta Italia dopo aver contratto il coronavirus nelle strutture che avrebbero dovuto proteggerli.
Mascherina, guanti, occhiali protettivi (misure di sicurezza obbligatorie in fase operativa), una decina di militari della Gdf hanno bussato all’ufficio dell’unica persona fisica indagata, il direttore generale Giuseppe Calicchio (è iscritto anche il Pat per la legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti), esibendo un decreto di perquisizione firmato dai sostituti Mauro Clerici e Francesco De Tommasi in cui si accusa la Baggina di non aver «adottato per colpa le cautele necessarie e i presidi di sicurezza per gli operatori e le persone ricoverate, atte quantomeno a ridurre l’estensione del contagio da virus covid-19 all’interno e all’esterno» dell’istituto. I militari hanno preso le cartelle cliniche dei circa 230 anziani che sono deceduti da gennaio nella Rsa, forse per avere il quadro della situazione anche prima dell’esplosione della pandemia che solo dal 1° marzo al 12 aprile ha ucciso 143 ricoverati. Sequestrata la documentazione sui dispositivi di protezione, assenti secondo le denunce dei lavoratori e dei familiari delle vittime. Prelevate anche le comunicazioni tra la Regione Lombardia e la Baggina legate alla delibera con cui l’8 marzo il Pirellone diede la possibilità alle Rsa di ospitare, su base volontaria, pazienti Covid dimessi per «liberare rapidamente i posti letto degli ospedali per acuti». Al Pat fu assegnato il compito di smistarli nelle altre residenze dove dovevano essere collocati in ambienti separati da quelli degli ospiti già presenti. «L’istituto ha dato la massima collaborazione e ha messo a disposizione tutto ciò che è stato richiesto», dichiara il legale di Calicchio, l’avvocato Vinicio Nardo, che annuncia: «Faremo il punto della situazione, poi prenderemo contatto con i pm». Ci vorrà tempo per esaminare la documentazione e sentire molti testimoni, e non è escluso che l’inchiesta si estenda ad altre persone.
Mentre la Gdf lavorava alla
Baggina, la polizia giudiziaria che fa capo al dipartimento diretto dall’aggiunto Tiziana Siciliano perquisiva la Casa Famiglia di Cesano Boscone in un’inchiesta in cui il pm Clerici ha indagato presidente e dg. È uno della dozzina di fascicoli aperti su strutture milanesi con vari dirigenti coinvolti, ultimi quelli della «Anni azzurri» a Lambrate e delle Rsa ad Affori e al Corvetto.
Analoghe indagini sulle morti per coronavirus nelle Residenze assistenziali per anziani sono state avviate dalle Procure di Cremona, Enna, Pesaro, Bari, Sondrio, Lodi e Brescia.