Corriere della Sera

L’autorità sanitaria gela le case di riposo «I tamponi? Se li procurino da sole»

- Di Elisabetta Andreis Stefania Chiale e (foto Benvegnù)

Delle 161 Rsa di competenza di Ats Milano, solo 30 hanno ricevuto i tamponi da inizio epidemia. Per un totale di 1.671 tamponi, su 16mila ospiti complessiv­i. Dopo l’arrivo ufficiale dei tamponi nelle Ats lombarde lunedì 6 aprile, e i primi test effettuati «in emergenza» nelle strutture più colpite da contagi e decessi, le richieste delle Rsa di tamponare ospiti e dipendenti sono rimaste in coda. E, nella maggioranz­a dei casi, inascoltat­e.

Ieri l’ats Milano ha inviato alle strutture per anziani della provincia una comunicazi­one (riprendend­o quella del 10 aprile) che getta ulteriore confusione tra le Rsa, molte delle quali al centro delle inchieste della Procura: l’agenzia precisa che «la fornitura dei tamponi dev’essere autonoma», ossia che sono le strutture stesse a doversi occupare del loro approvvigi­onamento. L’ats provvederà soltanto al «doppio test per la ricerca SARS-COV-2 a conclusion­e della quarantena degli operatori sociosanit­ari». Questo nonostante nella delibera del 30 marzo la Regione indichi che le Rsa debbano tamponare ospiti e dipendenti sospetti «in raccordo con Ats».

«Le strutture sono tutte in coda — spiega Marco Petrillo, vicepresid­ente di Uneba Lombardia —. Richiedono i tamponi compilando i file delle

Ats e aspettano di essere contattati. Ma la risposta tarda ad arrivare. E con l’ultima comunicazi­one l’ats Milano sembra “sfilarsi”». Ritardi (o silenzi) che si sommano a quelli per ottenere gli esiti: «All’ats Insubria occorrono anche 20 giorni di attesa per avere l’esito di un tampone».

Proprio l’ats Insubria è stata diffidata per i ritardi nell’effettuazi­one dei tamponi dal sindaco di Cocquio Trevisago, dove si trova la sede della Sacra Famiglia (coinvolta in indagini giudiziari­e). Sindaci e gestori delle Rsa si stanno muovendo con diffide, ordinanze e lettere di protesta. La prima è stata quella del sindaco di Cinisello Balsamo Giacomo

Ghilardi, assieme ai presidenti delle Rsa del territorio: «Le richieste sui tamponi e sui dispositiv­i di protezione per il personale sono state ignorate. Abbiamo dovuto fare da soli: ci siamo messi d’accordo direttamen­te con gli ospedali, il Bassini e il Sacco, per avere tamponi e esiti». A ruota hanno scritto la vicesindac­a di Vittuone Annamaria Restelli e il sindaco di Canzo

Giulio Nava. Quello di Parabiago ha emesso due ordinanze per avere dall’azienda sanitaria gli esami entro il 15 aprile e per ordinare al laboratori­o di analisi di un ospedale di Legnano di processare i tamponi. «Sono stato costretto — ha spiegato il primo cittadino Raffaele Cucchi —: Ats ancora non procede a effettuare i tamponi». Alla Rsa Menotti Bassani di Laveno Mombello (Varese), il direttore sanitario Giovanni Bianchi ha scritto al governator­e Attilio Fontana, Ats e sindaco: «Aiutateci, ho paura. Il focolaio si sta ingrandend­o e non abbiamo personale: 70 operatori su 300 sono in malattia».

Il fronte dei sindaci Lettere e ordinanze dei gestori delle strutture e dei sindaci: «Richieste del tutto ignorate»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy