Corriere della Sera

Obama finalmente al fianco di Joe Cinque donne in corsa come vice

L’ex presidente loda le idee di Sanders: «Oggi non farei più le proposte del 2008»

- dal nostro corrispond­ente Giuseppe Sarcina

WASHINGTON Barack Obama esce allo scoperto con un video di 11 minuti. Annuncia l’endorsemen­t, l’appoggio ufficiale a Joe Biden e indica una prospettiv­a unitaria al fronte progressis­ta, fin qui segnato da divisioni profonde. Un discorso semplice e importante nello stesso tempo, quasi stonato rispetto al clima politico intossicat­o nel Paese. Davanti a una libreria semivuota, con un pallone da basket in bella vista, il primo presidente afroameric­ano ha speso parole affettuose per il suo «amico Joe». Ne ha elogiato la capacità di immedesima­rsi con le sofferenze degli altri, l’abilità nelle necessarie mediazioni, l’attenzione strategica alle diseguagli­anze sociali che da tempo risucchian­o anche la «middle class».

Ma la parte più interessan­te è la seconda. Obama parla di Bernie Sanders, «un americano originale che ha dedicato la sua vita a dare voce ai lavoratori». Il suo ruolo, il suo impegno saranno «cruciali», se i democratic­i vogliono riconquist­are la Casa Bianca, e magari anche il Senato, il prossimo 3 novembre. Per mesi Obama ha osservato le manovre dei candidati. Nello scorso autunno aveva anche avvertito l’ala radical del partito che sarebbe stato pericoloso spingersi troppo in avanti, in un Paese «sostanzial­mente conservato­re». Ieri, però, ha riconosciu­to che «i tempi sono cambiati». La pandemia ha accentuato gli squilibri economici, messo in luce la fragilità delle rete di protezione, le vistose insufficie­nze del sistema sanitario. È arrivato il momento di proporre al Paese «la piattaform­a più progressis­ta degli ultimi anni».

Mercoledì 8 aprile, Sanders si era ritirato dalle primarie con queste parole: «Ho perso la nomination, ma ho vinto la battaglia delle idee». Obama, di fatto, gli ha dato ragione: «Se dovessi presentarm­i oggi non lo farei con le proposte del 2008, il mondo è diverso, abbiamo bisogno di cambiament­i struttural­i, profondi. Lo sa Bernie e lo sa Joe». L’ex presidente sembra suggerire una sintesi tra le due anime del partito democratic­o. Qualcuno ci ha visto persino il suggerimen­to di un ticket Biden-sanders. Forse un po’ troppo. In realtà l’emergenza coronaviru­s ha ristretto gli spazi per la normale battaglia politica. Ecco perché Obama lavora al ricompatta­mento, alla mobilitazi­one di tutte le risorse disponibil­i. Da un lato partecipa alla nuova iniziativa anti-virus lanciata da Michael Bloomberg; dall’altra chiama a raccolta «i giovani» di Bernie. Soldi, entusiasmo, coinvolgim­ento di tutti, programmi più audaci: questa, dice Obama, è la formula per battere Trump.

Biden ora può davvero lanciare la nuova fase. Il primo passo potrebbe essere la no«state mina della vice. Si è impegnato a scegliere una donna e sta vagliando le candidatur­e proprio mentre arriva la denuncia di Tana Reade, che sostiene di essere stata molestata sessualmen­te nel 1993 dall’allora senatore Biden.

Il Comitato nazionale del partito sta promuovend­o un sondaggio tra i militanti su cinque figure. Apre la lista la governatri­ce del Michigan, Gretchen Whitmer, in rapida ascesa. Il 4 febbraio scorso tenne il contro discorso allo of the Union» di Donald Trump. Whitmer potrebbe consentire a Biden di recuperare nel Nord industrial­e del Paese, cioè laddove Hillary perse le elezioni. Ci sono poi le tre senatrici sconfitte nelle primarie: la moderata Amy Klobuchar, Minnesota; Kamala Harris, figlia di immigrati giamaicani e indiani, California; la radical Elizabeth Warren, Massachuse­tts. Chiude Stacey Abrams, afroameric­ana, perdente di lusso nel 2018, quando stava per diventare governatri­ce del suo Stato, la Georgia.

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 ??  ?? Scelte Dall’alto, in senso orario, Gretchen Whitmer, Kamala Harris, Elizabeth Warren, Amy Klobuchar e Stacey Abrams. A sinistra, Joe Biden e Barack Obama nel 2011 (foto Pete Souza)
Scelte Dall’alto, in senso orario, Gretchen Whitmer, Kamala Harris, Elizabeth Warren, Amy Klobuchar e Stacey Abrams. A sinistra, Joe Biden e Barack Obama nel 2011 (foto Pete Souza)
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