LASCIATECI DARE L’ADDIO AI NOSTRI CARI
Noi tutti ci commuoviamo per Antigone, che sfidò una legge iniqua e feroce del tiranno per dare degna sepoltura al fratello Polinice. Oggi non per colpa di un tiranno, ma di un virus che sta facendo strage soprattutto di anziani, più di ventimila famiglie, come Antigone, non possono piangere i loro cari strappati alla vita dal Covid-19, non possono accompagnarli alla sepoltura, non possono pregare insieme per onorare chi se n’è andato nella pandemia.
Una doppia ferocia: morire e morire soli, abbandonati in un corteo di furgoni che trasportano le bare in cimiteri lontani e non ancora saturi di bare. Ma è stupefacente che, mentre si parla di fase 2, mentre si disegnano gli scenari ancora incerti di un simulacro di ritorno a una normalità possibile, nessuno, assolutamente nessuno, governo e opposizioni, task force e comitati tecnico-scientifici, pensi che in questa vulnerabile normalità un accenno debba essere riservato al ritorno dei funerali. Tornare alla normalità semplicemente umana di celebrare la morte di chi ci è caro. Certo, non funerali normali, nel senso di assembramenti, di folle pigiate, di chiese stracolme. Ma funerali celebrati con ragionevolezza e con cautela, magari soltanto con la presenza dei figli, dei coniugi, dei parenti più stretti, tutti muniti di mascherina.
Perché non considerare questa manifestazione di pietas che sarebbe anche il segno di un’umanità ritrovata, di un gesto di affetto e di empatia che oggi, sbandati e impauriti come siamo, potremmo accogliere come un segno di solidarietà umana. Con tutte le norme di sicurezza, certo. Ma con la coscienza che ci ricorderemo questo periodo come una parentesi di buio in cui migliaia e migliaia di nostri concittadini non possono salutare chi non c’è più sconfitto e travolto dal virus. Ricordandoci di Antigone, e di quanto sia importante dare degna sepoltura a chi ci lascia.