«Scadenze certe per l’industria Serve questo per ripartire»
Mattioli: il primo errore è non decidere. Il debito? Prima salvare il Paese
ricambi e assistenza. Bene, in assenza di certezza sulle consegne delle forniture non si rivolgeranno in Italia ma altrove. E gli ordini persi rischiano di esserlo per sempre. La moda e il tessile sono a rischio: le collezioni estive o le consegni adesso o avrai perso la stagione, lascio immaginare cosa significhi in termini di impatto sui bilanci. Altro esempio: i nostri distretti della ceramica, un settore fermo mentre le aziende spagnole sono attive e garantiscono gli ordini. Stesso ragionamento vale per chi lavora l’acciaio. In sostanza l’imprenditore si ritrova nelle condizione di non sapere più cosa dire ai clienti e nel timore di perdere le commesse e posti di lavoro».
Si discute di avvio della fase 2, quale sono le reali priorità?
«La certezza delle date. Decidiamo che il termine è il 4 maggio, ecco una volta stabilito questo dobbiamo consentire già da oggi alle aziende di organizzare un piano di riapertura ordinato che garantisca sicurezza e produzione. Anche perché non è pensabile di schiacciare un tasto e riavviare tutto da un giorno all’altro».
Il sistema Italia, imprenditori compresi, deve rimproverarsi qualcosa per quanto accaduto nella ge
La corsa Licia Mattioli, vicepresidente di Confindustria, in corsa per l’elezione alla presidenza dell’associazione di Viale dell’astronomia, che si terrà domani stione dell’emergenza?
«Non credo siano stati fatti particolari errori, del resto anche a livello istituzionale in molti hanno tardato a comprendere che non si trattava semplicemente di un’influenza molto forte. Piuttosto adesso la gestione dell’emergenza impone al governo di trovare risposte a tre esigenze. Risolvere il problema sanitario, comprendere quanto sia urgente il tema del lavoro e della salvaguardia dell’occupazione, e, terzo, scongiurare uno scollamento nella tenuta del patto sociale».
Nelle imprese ci sono sentori di un malessere sociale montante?
«Non per il momento, per fortuna prevale l’idea che la barca è una sola, lo testimonia il fatto che ci sono tantissimi lavoratori che vogliono tornare in fabbrica o in ufficio e riprendere a lavorare»
Il governo è chiamato a fronteggiare una stagione senza precedenti. Quali sono gli errori da evitare?
«Il primo errore è non decidere. Serve un piano di azioni con delle tappe chiare e definite».
L’italia sconta un debito pubblico più elevato degli altri paesi, piaccia o meno usciremo dalla crisi ancora più indebitati e con più interessi da pagare, che sottrarranno risorse a scuola, sanità e tutte le misure per rilanciare il Paese.
«Credo nella linea indicata da Draghi. Il problema principale è garantire liquidità al sistema, il tema del debito pubblico è importante ma in questo momento la priorità è salvare il Paese».
La barca è una sola, lo testimonia il fatto che ci sono tantissimi lavoratori che vogliono tornare in fabbrica o in ufficio