«Giochiamo di squadra»
«L’italia può essere un esempio, mi aspetto di più dall’europa Ho imparato ad adattarmi e godo di ciò che ho: Zanardi una guida
altrove».
Apprezza l’operato di Conte e del Governo?
«Non voglio dare giudizi politici, ma vedo che prende decisioni, dà regole e ci mette la faccia. Ascolta gli esperti. Si può apprezzare o meno, ma ha preso in mano la situazione».
Si aspettava di più dall’europa?
«A me piace il gioco di squadra. Senza non si va da nessuna parte. Mi aspetto che si collabori insieme. Sono fiduciosa».
I grandi campioni si sono mobilitati.
«Anche con campagne di ricerca fondi, a molte ho partecipato, nel mio piccolo. E poi ci si è dati da fare per intrattenere le persone a casa, lo hanno fatto artisti e sportivi».
Tutti si sono stretti a chi lavora in prima linea.
«A loro va un grazie enorme. Chi ha vissuto in ospedale come è successo a me e molti paralimpici sa quanto siano importanti medici, infermieri, terapisti. Mi viene in mente Lorena, mamma di uno dei ragazzi di “art4sport” e infermiera in un ospedale di Lodi, i suoi doppi o tripli turni di queste settimane. Li ammiro profondamente».
Alex Zanardi, qui sul «Corriere», disse: ognuno faccia la sua parte.
Paralimpici un simbolo
I paralimpici un simbolo di resistenza: sapersi rialzare se si deve vivere in modo diverso
«Alex è una guida. Ha ragione: seguiamo le indicazioni. E cerchiamo di farlo con il sorriso, noi che possiamo. Lo dobbiamo a chi soffre».
I Giochi sono stati rinviati.
«Me lo aspettavo, giusto così. Non vedevo l’ora si arrivasse a una decisione, non mi piace l’incertezza».
Che cosa ha pensato?
«Ai lati positivi. Per esempio: dopo il fioretto, potrò migliorare nella seconda arma, la sciabola, dove non sono certo bravissima. E poi i miei compagni del progetto “Fly2tokyo”, nato nella nostra associazione “art4sport”, avranno più tempo e possibilità per qualificarsi».
Anche altri Giochi che le stanno nel cuore sono stati rinviati.
«I Giochi senza Barriere, che ogni anno a giugno organizziamo con “art4sport”. Ci
Testimonial Bebe mostra la «sua». In alto, testimonial contro la pandemia come quella che ho avuto pochi sopravvivono. Devo essere felice anche per tutti coloro che non hanno più potuto esserlo».
Gli atleti paralimpici sono simboli di resilienza e rinascita.
«È vero. Alcuni sono partiti da una situazione difficile, altri hanno vissuto un cambiamento radicale della loro vita. Eppure sono stati capaci di recuperare e puntare sulle abilità che hanno. La situazione che stiamo vivendo ha devastato molte vite e cambiato il mondo. Bisogna sapersi adeguare e ripartire. Gli atleti paralimpici e la loro esperienza sono emblemi di questo».
In che modo?
«Sapersi rialzare anche se si deve vivere in maniera diversa da prima. Giusto ci siano aiuti. Nessuno è capace di riprendersi da solo. Dobbiamo pensare alle nostre capacità residue per far ripartire il mondo».