«The English Game», lo stile Downton Abbey applicato al calcio
«N on è solo calcio; è molto di più». Basterebbe questa frase pronunciata dal protagonista Fergus Suter (Kevin Guthrie) per cogliere il senso di The English Game, la nuova serie britannica disponibile su Netflix. Si raccontano le origini del gioco più popolare al mondo, ma dietro il pretesto del pallone si nasconde anche l’ambizione di un inquadramento storico — la seconda metà dell’ottocento in Inghilterra — con le sue contraddizioni, tumulti e speranze. Ispirato alla storia vera di Fergus Suter, uno scalpellino scozzese che si trasferisce a Darwen, nel Lancashire, piccola comunità legata all’industria tessile, e viene ingaggiato come calciatore della squadra locale, in corsa per la conquista della FA Cup, insieme all’amico Jimmy Love. La vicenda di Suter crea scalpore, è considerato il primo caso di «professionismo», in un’epoca in cui il calcio è ancora solo un passatempo per rampolli dell’alta aristocrazia britannica. Ma il calcio, pur lasciando intravedere interessanti riferimenti agli schemi di gioco (quello scozzese più «corale» di quello inglese) e alla nascita dei primi moduli tattici, sa farsi da parte per far parlare i conflitti nascenti nella società industriale dell’epoca: la squadra della working class che sfida i collegiali dell’old Etonians (i cui giocatori sono pure membri della federazione), gli scioperi, le rivendicazioni salariali, la nascita dei primi club di sostenitori a sostegno delle spese per le trasferte. In queste settimane senza eventi sportivi live, The English Game si trova così a surrogare l’esperienza del calcio giocato, andando alle radici del pallone e della sua esplosione in passione trasversale. Il period drama è ormai un pilastro della serialità inglese degli ultimi anni: a garanzia di una ricostruzione precisa dell’affresco storico, basti il fatto che la serie nasce da un’idea di Julian Fellowes, già sceneggiatore e artefice del successo di Downton Abbey.