Contagi e ricoveri frenano ancora Ma la curva dei morti non scende
I decessi ieri sono stati 578 per un totale di 21.645 La percentuale di crescita degli infettati cala all’1,6 Guerra (Oms): sulle riaperture serve molta cautela
ROMA Sarà l’ultimo numero a scendere, quello delle vittime, dicono medici e scienziati. E si comprende perché, ormai: la malattia attacca e l’organismo resiste per giorni, fino a cedere. Le vittime di ieri si sono ammalate anche un mese fa. Ma è straziante l’alto numero di morti, sono 578 in più, in totale 21.645, a cui si aggiunge un sommerso sconosciuto, nelle strutture socio-assistenziali, nelle Rsa o di deceduti in casa mai sottoposti a tampone.
Contagi e ricoveri continuano però la lenta discesa, e questa è una buona notizia. I contagiati in più ieri sono stati 2.667, un numero così basso non si registrava da un mese. Martedì erano 2.972, la percentuale di crescita del contagio è quindi scesa ulteriormente, siamo all’1,6% (il giorno prima era dell’1,9).
Attualmente i soggetti positivi dei quali si ha certezza sono 105.418, 165.155 se contiamo anche morti e guariti, ed è su questo numero che va «letta» la percentuale di contagio. I ricoverati con sintomi sono 27.643; 3.079 in terapia intensiva, e anche questi numeri sono in costante e forte discesa: ieri si sono registrati 107 pazienti in meno in terapia intensiva, il giorno prima erano stati 74. In isolamento domiciliare fiduciario ci sono adesso 74.696 persone.
In Lombardia, i casi in più sono stati 827, martedì erano 1.012. Buone notizie dunque dalla regione più colpita, buone notizie anche per quanto riguarda i ricoveri in ospedale e le terapie intensive, con un calo di posti occupati rispettivamente di 34 e di 48. Ma la provincia di Milano e Milano città restano sotto osservazione, con un aumento di 325 malati in più rispetto al giorno prima, e nel capoluogo di 144 (martedì era di 57).
«Milano e provincia sono una realtà produttiva che influenza la curva — ha commentato il direttore aggiunto dell’oms Ranieri Guerra —. Ma c’è anche troppa gente in giro, a quanto riferiscono gli amministratori, e pur se è del tutto comprensibile la sofferenza della popolazione, dobbiamo chiedere di essere ancora più rigorosi in questi giorni cruciali. La Lombardia pilota della riapertura? Serve estrema cautela», conclude Guerra.
Ancora tanti i morti registrati ieri: 235. In provincia di Bergamo, «dall’1 marzo al 12 aprile sono deceduti 795 residenti, 626 più della media, nello stesso periodo, dei dieci anni precedenti. Il 370% in più», scrive il sindaco di Bergamo Giorgio Gori su Twitter.
I CASI IN ITALIA
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