Rimandato il governo dei due rivali (che litigano sui giudici)
Il presidente ha concesso lunedì 48 ore in più perché riescano a mettersi d’accordo e — minaccia — non è disposto a regalare altri due giorni perché ci riescano davvero. Gantz e Netanyahu si sono incontrati prima della mezzanotte di ieri, prima dell’ultima scadenza, per riuscire a superare le divergenze e mettere insieme un governo di unità per combattere l’emergenza coronavirus. Sembra difficile che possano smussare la rivalità di un anno ininterrotto di campagna elettorale, durante il quale l’ex capo di Stato Maggiore aveva promesso di non accettare mai di sedere al governo con il primo ministro in attesa di processo per corruzione. Uno dei punti di disaccordo è proprio la magistratura, Netanyahu e il Likud vorrebbero cambiare le commissioni che nominano i giudici, Gantz si oppone. Il militare entrato in politica ha ottenuto un mese fa il mandato per formare un governo. A sorpresa — per i suoi alleati e per i suoi elettori — ha scelto di cercare un’intesa con Netanyahu: i due avversari dovrebbero ricoprire a turno il ruolo di primo ministro. Se Gantz oggi ritorna alla residenza del presidente senza una lista dei ministri, il parlamento ha tre settimane per trovare un candidato premier. Rivlin potrebbe alla fine decidere di concedere ancora giorni, ma vuole ricevere assicurazione che l’accordo sia possibile. La differenza di obiettivi tra Gantz e Netanyahu sembra soprattutto nel programma: l’ex generale vuole un governo a tempo per affrontare la crisi sanitaria, il premier (sostenuto dai sondaggi) vuole una coalizione che duri a lungo, durante e oltre il suo processo. Senza la stretta di mano definitiva, gli israeliani sono destinati a tornare a votare per la quarta volta di fila: la paralisi politica blocca la nazione da oltre un anno.