Corriere della Sera

«Esauriti gli effetti benefici Serve un passo in più o la curva non si piegherà»

Il fisico Branchini: isolare i positivi ora con le famiglie

- Alessandra Arachi

ROMA Paolo Branchini è un fisico sperimenta­le dell’infn, istituto nazionale fisica nucleare, e in questa quarantena sta passando otto ore ogni giorno in turni di lavoro con il Giappone, responsabi­le di un esperiment­o denominato«belle II»: «Altre otto ore le passo poi a disegnare plot della curva di contagio italiana di questa epidemia».

Bene, cosa ci può dire allora di questa curva? Siamo fermi su un plateau?

«Effettivam­ente, dal 7 aprile i dati dei decessi ci dicono che stiamo fluttuando attorno a un Ro — il parametro della contagiosi­tà — uguale a 1. Così succede che un giorno abbiamo nel bollettino un po’ più morti e un altro giorno un po’ meno morti».

Ma non usciamo da questo stallo...

«Queste misure di lockdown in uso dal 10 marzo sono evidenteme­nte arrivate a regime».

Cosa vuol dire?

«Che hanno esaurito i loro effetti benefici».

Quindi?

«Quindi se non si interviene — e anche rapidament­e — siamo destinati a fluttuare attorno a quell’unità di R0, almeno fino a quando rimaniamo chiusi».

E dopo, quando apriamo?

«Aprendo non si può scendere, ovviamente».

E allora? C’è qualcosa che si può fare?

«In Cina, nella regione di Hubei, quando si trovavano nella condizione in cui siamo noi adesso, si sono attrezzati con le quarantene generalizz­ate».

Che cosa significa?

«Hanno sottratto i positivi dalla vicinanza con i familiari dentro casa, e anche con il resto della società, poi li hanno sistemati in strutture apposite, isolandoli».

Ha funzionato?

«I dati ci dicono che nella regione di Hubei con questa misura in dieci giorni sono riusciti a passare da un R0 che fluttuava intorno a 1 a un R0 di 0,32».

In dieci giorni? Soltanto?

«Sì. Il metodo è intuitivo: silenzi la sorgente del contagio, e il contagio viene abbattuto. Naturalmen­te i positivi sono dovuti rimanere in isolamento più di dieci giorni,

In Cina, nella regione di Hubei, quando si trovavano nella condizione in cui siamo noi adesso, si sono attrezzati con le quarantene generalizz­ate

per tutta la durata della quarantena, ma gli effetti sulla società si sono visti subito».

Oggi in Italia ci sono più di 76 mila persone in isolamento domiciliar­e.

«Sono la sorgente più importante del contagio che abbiamo adesso».

Che non permettono ad R0 di scendere in maniera significat­iva?

«Esattament­e, ma poi ci sono anche i positivi che non sono stati ancora isolati e che devono esseri scovati con il tracciamen­to tecnologic­o per evitare la creazione di nuovi focolai».

Si sta lavorando molto a questo trattament­o tecnologic­o.

«Voglio dire soltanto una cosa: qualunque sistema venga scelto deve essere solido e deve poter durare per il tempo congruo che ci dovrà servire».

Cosa vuol dire solido?

«Che deve essere impostato in maniera tale da durare e da interfacci­arsi bene con il sistema sanitario regionale, che a sua volta però si deve interfacci­are con un sistema sanitario nazionale, e anche europeo».

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