«Esauriti gli effetti benefici Serve un passo in più o la curva non si piegherà»
Il fisico Branchini: isolare i positivi ora con le famiglie
ROMA Paolo Branchini è un fisico sperimentale dell’infn, istituto nazionale fisica nucleare, e in questa quarantena sta passando otto ore ogni giorno in turni di lavoro con il Giappone, responsabile di un esperimento denominato«belle II»: «Altre otto ore le passo poi a disegnare plot della curva di contagio italiana di questa epidemia».
Bene, cosa ci può dire allora di questa curva? Siamo fermi su un plateau?
«Effettivamente, dal 7 aprile i dati dei decessi ci dicono che stiamo fluttuando attorno a un Ro — il parametro della contagiosità — uguale a 1. Così succede che un giorno abbiamo nel bollettino un po’ più morti e un altro giorno un po’ meno morti».
Ma non usciamo da questo stallo...
«Queste misure di lockdown in uso dal 10 marzo sono evidentemente arrivate a regime».
Cosa vuol dire?
«Che hanno esaurito i loro effetti benefici».
Quindi?
«Quindi se non si interviene — e anche rapidamente — siamo destinati a fluttuare attorno a quell’unità di R0, almeno fino a quando rimaniamo chiusi».
E dopo, quando apriamo?
«Aprendo non si può scendere, ovviamente».
E allora? C’è qualcosa che si può fare?
«In Cina, nella regione di Hubei, quando si trovavano nella condizione in cui siamo noi adesso, si sono attrezzati con le quarantene generalizzate».
Che cosa significa?
«Hanno sottratto i positivi dalla vicinanza con i familiari dentro casa, e anche con il resto della società, poi li hanno sistemati in strutture apposite, isolandoli».
Ha funzionato?
«I dati ci dicono che nella regione di Hubei con questa misura in dieci giorni sono riusciti a passare da un R0 che fluttuava intorno a 1 a un R0 di 0,32».
In dieci giorni? Soltanto?
«Sì. Il metodo è intuitivo: silenzi la sorgente del contagio, e il contagio viene abbattuto. Naturalmente i positivi sono dovuti rimanere in isolamento più di dieci giorni,
In Cina, nella regione di Hubei, quando si trovavano nella condizione in cui siamo noi adesso, si sono attrezzati con le quarantene generalizzate
per tutta la durata della quarantena, ma gli effetti sulla società si sono visti subito».
Oggi in Italia ci sono più di 76 mila persone in isolamento domiciliare.
«Sono la sorgente più importante del contagio che abbiamo adesso».
Che non permettono ad R0 di scendere in maniera significativa?
«Esattamente, ma poi ci sono anche i positivi che non sono stati ancora isolati e che devono esseri scovati con il tracciamento tecnologico per evitare la creazione di nuovi focolai».
Si sta lavorando molto a questo trattamento tecnologico.
«Voglio dire soltanto una cosa: qualunque sistema venga scelto deve essere solido e deve poter durare per il tempo congruo che ci dovrà servire».
Cosa vuol dire solido?
«Che deve essere impostato in maniera tale da durare e da interfacciarsi bene con il sistema sanitario regionale, che a sua volta però si deve interfacciare con un sistema sanitario nazionale, e anche europeo».