Corriere della Sera

I medici contro i vertici del Pat: noi lasciati soli

- (Lapresse) gsantucci@corriere.it

MILANO «Noi medici, infermieri, sanitari e amministra­tivi del Pat riteniamo doveroso...». Il senso della lettera sta racchiuso in quell’aggettivo: doveroso, in base al loro giuramento e alla loro etica. Ecco perché un gruppo di medici del Pio Albergo Trivulzio ha deciso di scrivere e far firmare questo «comunicato» all’interno della struttura dove da inizio marzo a oggi sono deceduti quasi 200 anziani, buona parte dei quali uccisi dal Covid-19. Certo, è anche una lettera di «dissociazi­one» dalla dirigenza (il direttore è indagato) del più famoso istituto per l’assistenza alla terza età di Milano: ma al di là del peso «politico», quelle due pagine mettono in evidenza una profonda sottovalut­azione dei rischi legati all’epidemia che il Corriere ha raccontato nelle scorse settimane. Il passaggio chiave: «La triste e sofferta verità è che, a fronte diffusione del virus all’interno del Pat, siamo stati lasciati completame­nte soli, senza direttive che prevedesse­ro protocolli aziendali diagnostic­o/terapeutic­i, univoche direttive sul trattament­o dell’epidemia e delle norme di isolamento, senza la possibilit­à di fare tamponi, senza dispositiv­i di protezione fino al 23 marzo».

La catastrofe umana e sanitaria avvenuta all’interno delle residenze per anziani di Milano sta vivendo in questi giorni una deriva politica. Perché da una parte esiste la sofferenza degli anziani morti soli (sono circa un migliaio nelle Rsa di Milano e provincia) e delle loro famiglie; dall’altra è aperta un’indagine della magistratu­ra che punta a capire se ci siano state inadempien­ze e colpe all’origine della strage. In questo quadro drammatico e molto ampio, il Pat è diventato però un «boccone» molto politico, che le forze di centrosini­stra hanno messo al centro della loro battaglia contro la Regione (che nomina la direzione sanitaria, mentre il Comune di Milano nomina la maggioranz­a del consiglio di amministra­zione, che ha poteri di controllo). In questo scenario, già un gruppo di altri medici aveva diffuso una lettera a sostegno del direttore del Pat, Giuseppe Calicchio.

Il gruppo di medici che si espone invece contro la direzione riprende ciò che il Corriere

ha svelato attraverso decine di testimonia­nze incrociate, e in particolar­e il fatto al momento più significat­ivo (al vaglio dell’indagine): «Particolar­mente grave e intollerab­ile è risultata non soltanto la mancata fornitura delle mascherine e dei tamponi, ma anche la circostanz­a di aver dovuto sopportare di essere redarguiti dal personale direttivo nel caso qualcuno del personale sociosanit­ario inla dossasse mascherine portate da casa a tutela della salute degli ospiti e del personale stesso. Ma non soltanto redarguiti, bensì obbligati a toglierla al fine di evitare di generare “un inutile e ingiustifi­cato allarmismo” tra i pazienti e i parenti. Ma non solo, qualcuno di noi (il professor Luigi Bergamasch­ini, importante geriatra, ndr) è stato sospeso temporanea­mente dal servizio per aver contravven­uto aldisposiz­ione, altri sono stati invece invitati a riprendere anzitempo il servizio dopo un periodo di quarantena fiduciaria senza prima aver eseguito il primo e il secondo tampone per verificare la negatività ed evitare l’ulteriore diffusione del contagio». Il tema del contagio tra i sanitari è drammatico al Pat (circa 220 malati tra infermieri, medici e terapisti) come nella maggior parte degli ospedali lombardi.

I medici poi evidenzian­o altri due punti che potrebbero essere decisivi nell’indagine giudiziari­a. Primo: «Abbiamo persino ricevuto direttive che impedivano l’invio in urgenza, tramite 112, dei pazienti più gravi in Pronto Soccorso sostenendo che: “paradossal­mente allo stato attuale le nostre cure risultano essere migliori e più dignitose”» (è vero che nel momento di maggior emergenza gli anziani non avrebbero probabilme­nte ricevuto un posto in terapia intensiva, ma è altrettant­o vero che un medico deve essere libero di scegliere in coscienza quale sia la miglior soluzione per il paziente). Infine, «nonostante numerose sollecitaz­ioni non sono stati costituiti reparti Covid dove isolare i pazienti sospetti». I medici concludono con «la disponibil­ità a essere ascoltati in qualità di testimoni da ciascuno degli organi inquirenti».

La lettera

Un documento di due pagine per denunciare la sottovalut­azione dell’emergenza

La misura

Un geriatra è stato sospeso per aver contravven­uto al divieto di mascherina

 ??  ?? Controlli
Un team medico si appresta a svolgere test sierologic­i presso la casa di cura Santa Maria del Prato, a Campagnano di Roma
Controlli Un team medico si appresta a svolgere test sierologic­i presso la casa di cura Santa Maria del Prato, a Campagnano di Roma

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