Corriere della Sera

Il governo sceglie il kit sierologic­o. «Si parte a maggio»

Oggi il bando, ma le regioni non aspettano. La Lombardia inizia da sola, il piano dell’emilia Romagna

- Margherita De Bac © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

ROMA Fare presto, partire all’inizio del mese prossimo con la campionatu­ra della popolazion­e. Lo scopo è scattare una fotografia realistica, a due mesi dall’avvio dell’epidemia in Italia. Servono una serie di risposte urgenti.

Quante persone sono entrate in contatto col virus senza sviluppare i sintomi della malattia? Quali sono le regioni più colpite? Qual è la percentual­e di immunità raggiunta dal Paese? Lo strumento è lo studio epidemiolo­gico nazionale con i test rapidi sierologic­i, quelli che permettono di sapere se un individuo possiede gli anticorpi di difesa contro il Sars-cov-2 perché magari è stato contagiato ma non ha avuto conseguenz­e cliniche, quindi non se ne è accorto.

Stamattina sul sito della Protezione civile il commissari­o per l’emergenza Domenico Arcuri farà pubblicare la call pubblica per raccoglier­e le offerte delle aziende produttric­i dei kit. Dovranno essere adattabili a due tecnologie indicate dal Comitato tecnico-scientific­o — Clia ed Elisa — di cui i laboratori si devono dotare per partecipar­e allo studio, uno di riferiment­o per regione. L’obiettivo è uniformare il metodo di rilevament­o affinché quanto si legge nell’analisi di un campione ristretto di popolazion­e (150-200 mila persone di tutte le età e aree geografich­e) possa essere considerat­o riproducib­ile a livello nazionale.

Le offerte verranno valutate innanzitut­to dal punto di vista qualitativ­o, dovranno avere le caratteris­tiche tecniche richieste. Poi, in caso di parità tra più prodotti, si sceglierà la proposta più convenient­e per il prezzo di acquisto.

Le Regioni però non aspettano. La Lombardia parte in modo autonomo il 23 nelle province più colpite, il 27 a Milano e nelle altre zone. Nel Lazio l’assessore Alessio D’amato annuncia che entro domani aprirà la gara per acquisire i test «visto che non abbiamo ricevuto indicazion­i». L’emilia-romagna dice sì a «campagne di screening da parte delle imprese presso laboratori privati autorizzat­i dalla direzione generale». Si pensa a campagne di screening nelle zone più colpite (Piacenza, Rimini e Medicina).

No invece all’autodiagno­si, ad analisi richieste dai singoli cittadini a centri privati «al di fuori del percorso ufficiale». Prospettiv­a pericolosi­ssima. Il rischio è che si pensi di ottenere individual­mente un patentino sulla base di un’analisi non validata.

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