Salvini: Mes, Conte è fuori legge La difesa di Fico e Patuanelli
Il presidente della Camera: non sarà usato come per la gestione della crisi greca. Il ministro dello Sviluppo: l’italia non dovrà mai attivarlo
mai attivarlo», contraddicendo le cautele del premier «temporeggiatore». Poi però aggiunge, tornando in linea con il premier: «Al momento il Mes impone delle condizionalità pericolose. Aspettiamo il Consiglio europeo. Se lì si decide di rompere il Mes come un salvadanaio, prendere i soldi e usarli, allora vuol dire che abbiamo rotto il Mes».
Il lodevole tentativo del ministro del Sud Giuseppe Provenzano — «Non credo che ci sia una divisione di fondo tra Pd e M5S» — si infrange su equilibrismi lessicali che nascondono una spaccatura profonda. L’attuale Mes è senza condizionalità ma i 5 Stelle, come Carla Ruocco, ritengono che le penalizzazioni possano arrivare dopo. Anche
se ieri si sono registrati un più cauto Giancarlo Cancellieri («Valutiamo dopo aver visto») e un altrettanto prudente Nicola Morra: «Concediamo a Conte la possibilità di negoziare, senza polemiche sterili». A riportare la barra dritta sulle posizioni nette del passato è Alessandro Di Battista, che torna a farsi sentire con un’intervista a Diritto e Rovescio, su Rete4: «Mi auguro che il Mes esca dal tavolo. Quando Conte dice del sul Mes, vincoli e condizioni del salva-stati che l’italia non attiverà il Mes, io ci credo. Il problema però, non è ora, il problema è tra un anno e mezzo». Di Battista, poi, spara una bordata contro Mario Draghi: «L’apostolo Draghi. Oggi non lo so perché tutti, pure Salvini, dicono “Draghi grande uomo”. Ma guardiamocene bene».
Dal Pd, la posizione sul Mes resta invariata, anche se silenziata dalla necessità di abbassare i toni. Per il ministro Francesco Boccia, «il no a prescindere a risorse che andrebbero ai nostri ospedali penso che non abbia alcun senso». Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, è perplesso: «Non butterei questi soldi dalla finestra».
Il prestito da 37 miliardi
A una settimana dal vertice europeo del 23 aprile, Pd e M5S ancora distanti sul fondo salva-stati: il Movimento ribadisce il no