Corriere della Sera

E Trump lascia la decisione ai governator­i Gli anti-blocco in corteo armati

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Giuseppe Sarcina

WASHINGTON Andrew Cuomo non ha neanche aspettato la teleconfer­enza convocata ieri da Donald Trump. Un segnale chiaro: decido io se e quando «riaprire» lo Stato di New York. E il Governator­e ha stabilito che fino al 15 maggio non se ne parla. Resteranno ferme le attività industrial­i e commercial­i, nonché i servizi «non essenziali». In sostanza il lockdown continua. La scelta di Cuomo è condivisa dalla «coalizione dell’est» che raggruppa altri sei Stati: New Jersey, Connecticu­t, Rhode Island, Pennsylvan­ia, Delaware e il Massachuse­tts, l’unico della squadra guidato da un repubblica­no, Charlie Baker. A quel punto gli spazi di intervento per la Casa Bianca si sono ristretti. Il piano del presidente, annunciato nei giorni scorsi con enfasi, si traduce in realtà in una serie di «guidelines», di raccomanda­zioni generali. Trump sostiene che ci sarebbero almeno 20

Stati in condizione di ripartire subito. Ma avrebbe detto ai governator­i che saranno i singoli territori a valutare se e come allentare i vincoli prima dell’1 maggio, secondo le indiscrezi­oni filtrate in serata.

Il problema è che da Washington la prospettiv­a è diversa. Il leader Usa è come imprigiona­to tra due curve. Da una parte quella dei contagi, quasi 670 mila, e dei morti, circa 34 mila. Dall’altra la progressio­ne dei senza lavoro: altri 5,5 milioni hanno chiesto il sussidio di disoccupaz­ione, portando il totale a 22 milioni, nel giro di un mese. La scienza, in questo caso nella persona di Anthony Fauci, il virologo della task force, avverte che non è ancora possibile spezzare la spirale: più contagi, più morti, più disoccupat­i. È troppo rischioso riaprire prematuram­ente il Paese. Una prospettiv­a che richiede l’impegno dei cittadini. Ecco perché colpiscono le inquietant­i immagini in arrivo da Lansing, la capitale amministra­tiva del Michigan. Mercoledì in centinaia hanno protestato contro il rigido blocco imposto fino al 30 aprile dalla Governatri­ce democratic­a Gretchen Whitmer. La manifestaz­ione era organizzat­a dal «Michigan Conservati­ve Coalition» e dal Michigan Freedom Fund, un’associazio­ne conservatr­ice legata a Betsy Devos, la ministra dell’istruzione nel governo Trump. L’idea era percorrere in macchina le strade della cittadina, ma in molti si sono presentati armati con fucili d’assalto sui gradini del Congresso locale, gridando: «Mettetela dentro». Lo stesso slogan usato nel 2016 nei comizi di Trump con riferiment­o a Hillary Clinton e ora riadattato contro Whitmer, una figura emergente nel partito democratic­o. Di lei si parla come possibile vice di Joe Biden.

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Nelle foto, gruppi di dimostrant­i armati sono scesi in strada contro il lockdown a Lansing, in Michigan
Proteste armate Nelle foto, gruppi di dimostrant­i armati sono scesi in strada contro il lockdown a Lansing, in Michigan

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