RICOSTRUIRE CON LE DONNE PROTAGONISTE
e Ogni aspetto della nostra vita ha accenti diversi per uomini e donne ed è tipico che quando si prendono decisioni in emergenza si rafforzino schemi consolidati, finora chiaramente sbilanciati in tema di genere. Questa è la ragione per cui è indispensabile che nelle task force per la ricostruzione siano presenti in modo significativo le donne, non per una ideologica presa di posizione.
Questa presenza ha valore ultimativo se da subito accompagnata da una agenda molto chiara, concentrata prioritariamente sul cercare di ridurre al minimo le disparità. L’esperienza della legge Golfo-mosca ci ha insegnato che migliorare la qualità della governance non basta se non si modificano anche le scelte organizzative aziendali per un vero riequilibrio.
Riteniamo anzitutto che qualsiasi azione si debba basare su una analisi di impatto di genere — una pratica che a livello europeo sta diventando sempre più diffusa. Per questo, con una consultazione tra le 200 donne della associazione Fuori Quota, abbiamo iniziato a individuare gli ambiti prioritari.
La prima responsabilità è quella che dipende da noi, nei nostri luoghi di lavoro, e per questo stiamo sensibilizzando la nostra comunità ad agire per creare un cambiamento virtuoso, senza necessariamente attendere decisioni del governo.
Pensiamo ad esempio alle iniziative per tradurre l’esperienza forzata dello smart-working in buona prassi: abbiamo sperimentato che tutti i lavoratori possono usufruirne, uomini e donne, quindi si può evitare che diventi una ghettizzazione, trattandolo erroneamente come uno strumento di conciliazione, ma una occasione di efficientamento. Specie se lo smartworking viene utilizzato:
1) per ridurre le trasferte; 2) per lavorare per obiettivi; 3) per migliorare la trasparenza di comunicazioni; 4) per rendere le riunioni più efficaci e più brevi, 5) per una leadership più inclusiva.
Ci sono poi decisioni che non possono che essere prese dai livelli istituzionali preposti.
Una menzione particolare riguarda la gestione del sistema scolastico. L’homeschooling rischia di creare una disparità nella disparità: le donne sono assorbite più degli uomini nel seguire i figli nelle attività scolastiche anche da remoto, attività che sono tutt’altro che omogenee a causa delle differenze tra le scuole. Il tutto senza poter contare sul supporto dei nonni: un quadro complessivo che non fa che ridurre le possibilità di lavoro e carriera per le donne.
Per questo, intanto pensiamo che sia da riconsiderare la decisione di chiudere l’anno scolastico seguendo il calendario normale, come se nulla fosse successo, e invece immaginare di proseguire almeno per alcune settimane la programmazione, anche in modalità differenti, dando ai ragazzi la possibilità di non perdere troppo del programma. Allo stesso tempo, dovrebbero essere immaginati congedi di paternità e maternità aggiuntivi, obbligatori e divisi equamente per consentire alle famiglie di seguire i figli per un periodo prolungato in sostituzione del bonus baby-sitter universale, da destinare invece solo alle famiglie davvero in difficoltà economiche.
Su questi e altri settori, stiamo predisponendo un documento che faremo pervenire a tutte le istituzioni.
Mai come in questo momento c’è bisogno di responsabilità e intelligenza collettiva. Noi vogliamo dare il nostro contributo in questo modo.
Usciremo da questa emergenza se ci rendiamo tutti uguali nella capacità di reazione, uomini e donne, senza implicitamente ritenerle sostitutive di un sistema sociale universale ed efficiente.