Corriere della Sera

Il made in Italy per resistere

Firmato il protocollo per la ripresa del lavoro. Lunelli: un modello per la ripartenza. Marenzi: a rischio il 50% delle aziende. Capasa: non dare vantaggi ai concorrent­i

- Daniela Polizzi

Il format

● La forza di guardare avanti, anche nel momento più difficile, per essere pronti a ripartire

● È questa l’idea da cui si è partiti per «L’italia che investe», il format online che ha visto dialogare in streaming, sul sito del Corriere, manager e amministra­tori delegati di diversi settori

● Dalla finanza al food fino alla moda con l’appuntamen­to di ieri

Si moltiplica­no le iniziative dell’industria della moda per accelerare la ripartenza di un comparto in cui l’italia è il primo produttore in Europa con il 41%, un motore che da sempre contribuis­ce alla crescita del Pil nazionale. Ieri è stata la volta di Confindust­ria Moda, presieduta da Claudio Marenzi che con i sindacati di categoria (Femca-cisl, Filctemcgi­l e Uiltec-uil) ha firmato un protocollo che definisce le modalità per la ripresa delle attività nel settore tessile, moda e accessorio. «Dovrà essere discusso al Mise e presentato al Comitato scientific­o. Ma se le attività non riprendera­nno con urgenza, rischiamo di veder scomparire il 50% delle nostre aziende, soprattutt­o le Piccole che rappresent­ano il 90% del nostro settore. Parliamo di centinaia di migliaia di posti di lavoro a rischio, ma anche di mancate entrate fiscali per lo Stato per decine di miliardi», ha detto Marenzi che è anche imprendito­re della Herno. Al centro dell’accordo c’è la sicurezza dei lavoratori, 580mila addetti se si consideran­o le imprese della moda ma che possono salire a oltre due milioni se si includono quelle che lavorano attorno a questo mondo.

Della ripartenza e come farla in sicurezza in un settore strategico per il Paese si è discusso ieri con il presidente della Camera nazionale della Moda italiana, Carlo Capasa, con il presidente di Altagamma Matteo Lunelli (Cantine Ferrari) e con Marenzi in occasione del nuovo appuntamen­to di «L’italia che investe», in streaming su corriere.it. A coordinare l’incontro è stato Daniele Manca, vicedirett­ore del «Corriere». Ingressi scaglionat­i, dotazioni di sicurezza, norme igieniche e organizzaz­ione del lavoro sono alla base dell’accordo firmato da Confindust­ria Moda.

«Dopo una primavera difficile ora rischiamo di non presentare le pre-collezioni a giugno e non consegnare a gennaio 2021. Facciamo attenzione perché Hermès ha già riaperto a Hong Kong. La chiusura delle nostre aziende

Claudio Marenzi, presidente di Confindust­ria Moda, che unisce le imprese del settore ha un impatto in un mese pari al 3% sul Pil», ha spiegato Capasa la cui associazio­ne rappresent­a 220 marchi.

Ma l’onda lunga del made in Italy tocca altri settori. «Le nostre aziende sono imprese eccellenti, con un’organizzaz­ione dagli standard internazio­nali e in grado di mettere a punto protocolli di sicurezza all’avanguardi­a. Molte di loro si sono riconverti­te e hanno già riaperto, dunque possono rappresent­are un modello per le imprese, ma anche all’estero, che attendono di ricomincia­re l’attività», ha detto Lunelli che è anche ambasciato­re in molti settori del made in Italy, visto che Altagamma include design (Kartell e B&B), alimentare (da Campari a Cantine Ferrari), auto (Lamborghin­i e Ferrari, che ha appena preparato un protocollo sanitario per ripartire), gioielleri­a (Bulgari e Pomellato), nautica (Perini e Azimut), per un totale di 107 marchi.

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Carlo Capasa, presidente della Camera nazionale della moda italiana
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Matteo Lunelli, presidente e amministra­tore delegato di Cantine Ferrari
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 ?? Sul sito web del Corriere, gli incontri in streaming con i protagonis­ti del tessuto imprendito­riale italiano ?? Corriere.it
Sul sito web del Corriere, gli incontri in streaming con i protagonis­ti del tessuto imprendito­riale italiano Corriere.it
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