Tutti contro il calcio
Dal presidente del Coni alla fuoriclasse azzurra del nuoto, il mondo dello sport si lamenta del pallone deciso a ripartire
Diritti tv La Lega se la prende con Malagò per i «suggerimenti» sulla trattativa dei diritti tv
Pellegrini Il calcio deve ripartire, ma gli altri sport? Al momento siamo tutti fermi
Malagò Così non si va da nessuna parte, questa litigiosità danneggia tutte le parti
Buonfiglio Non esistono sport nobili e meno nobili, ricchi o meno ricchi: esiste lo sport
Siamo alle solite. Il calcio da una parte, gli altri sport dall’altra. Si annusano, ma non si capiscono e raramente sono dalla stessa parte della barricata. Neppure di fronte all’emergenza coronavirus riescono a fare fronte comune. Federica Pellegrini, la dea del nuoto, un oro olimpico, sei titoli mondiali e porta bandiera a Rio nel 2016, si definisce l’ambasciatrice dei più deboli, cioè delle altre discipline. Qualche giorno fa aveva alzato la voce. «Mi spiace sentire parlare solo dei problemi del calcio». Ora torna sull’argomento, allargando il concetto: «Ci sono molti interessi dietro il pallone ed è per questo che se ne parla tanto. La mia è stata una provocazione. Per noi del nuoto tornare ad allenarsi è più importante che gareggiare».
Il 4 maggio, quando i calciatori ricominceranno la preparazione, Pellegrini potrà riprendere gli allenamenti in piscina. Almeno questa è l’intenzione del ministro Spadafora. Virus permettendo.
Ma la guerra di religione, che viene da lontano, non si placa: «Sono d’accordo con Malagò quando dice che sul calcio si sta generando un dibattito confuso e fortemente divisivo, che non può portare a niente di buono e sono ancora più d’accordo con la Pellegrini quando sottolinea che non esiste solo il calcio», attacca Luciano Buonfiglio, presidente della Federazione Canoa-kayak, che va addirittura oltre: «Non esistono sport nobili e meno nobili, ricchi o meno ricchi. Esiste lo sport che risponde al Coni e al Ministero. Se si decide di ripartire bisogna farlo insieme e sono sconcertato dall’azione di una singola Federazione che non rispetta le altre».
Boranga Bisogna fermare tutto, anche per rispetto dei morti, poi la nuova stagione a settembre
Il riferimento, chiaro, è alla Figc. Che non replica. Non lo ha fatto neppure a Malagò dopo l’intervista sul Corriere dello Sport in cui il capo dello sport italiano accusa il pallone di non avere una visione d’insieme. Gravina non ha gradito ma non intende farsi condizionare e va dritto per la sua strada.
Sono giorni difficili. La spaccatura esiste ed è profonda. Anche Petrucci, presidente del basket, aveva criticato la volontà del calcio di voler giocare a tutti i costi e qualche malessere si è levato dalla pallavolo. Chi sarà il prossimo?
La replica a Malagò arriva dalla Lega di serie A attraverso un comunicato durissimo in cui contesta al presidente del Coni «la leggerezza e l’ingerenza nel descrivere i rapporti fra la stessa Lega e i licenziatari dei diritti televisivi». Dal Pino, presidente della confindustria del pallone, furente per l’attacco del Coni, ribatte di essere «in costante contatto con i broadcaster titolari dei diritti tv» sottolineando peraltro quanto questi «siano regolati da chiare previsioni contrattuali».
Peraltro, proprio mercoledì in Consiglio, i presidenti avevano discusso della richiesta avanzata dalle tv di posticipare il pagamento dell’ultima rata: i broadcaster pensano di essere a credito avendo già pagato importi per l’85% della stagione quando di partite ne sono state giocate il 68%. La Lega si sente al sicuro protetta da un contratto blindato e valido fino all’estate del 2021. Sempre che, come qualche club sussurra, l’accordo attuale con le tv non venga proro
gato di un anno, posticipando di fatto il bando. Se ne riparlerà martedì in assemblea, la discussione si prevede accesa. Malagò non replica. Da capo dello sport italiano pensa di avere il diritto-dovere di vigilare e di far conoscere il proprio pensiero.
Ma le critiche al calcio arrivano anche dall’interno. Anche Massimo Moratti, l’uomo del triplete con l’inter, se la prende con la Lega «che all’interno non è unita il che lascia dei dubbi sulle sue finalità. Litigare adesso, in una situazione così drammatica, stona». Mentre non tutti i medici del calcio sono convinti del nuovo protocollo studiato dalla commissione medica della Figc: «È prematuro parlare di fase 2 e far allenare una squadra nella fase 1 mi sembra fantascienza», il pensiero del dottor Mario Brozzi dello staff sanitario del Milan, che dice di parlare a titolo personale. Ancora più netto Lamberto Boranga, indimenticabile portierone e ora medico del Perugia: «La penso come il presidente Cairo. Bisogna fermare tutto, anche per rispetto dei morti che ci sono stati, e ricominciare la nuova stagione a settembre o ottobre».
Moratti La Lega continua a litigare ed è una cosa brutta e stonata rispetto al resto
Federazioni contrarie Anche il basket contrario all’idea di voler riprendere a tutti i costi