I nuovi viaggi tra plexiglass e distanziamenti
La ripresa interesserà per ora 2,7 milioni di lavoratori Dagli spostamenti in città a quelli più a lungo raggio ecco le misure allo studio nelle aziende della mobilità
Plexiglas, percorsi imposti, tempi dilatati. E mascherine, dispenser e posti a sedere obbligatori. Almeno per qualche mese. Ecco la «fase 2» dei trasporti locali, nazionali e internazionali. Per ora è una bozza delle aziende del settore, che attendono però le disposizioni del governo perché siano coerenti.
Un mondo di plexiglas, percorsi imposti, segnaletica onnipresente, tempi dilatati. E mascherine, dispenser e posti a sedere obbligatori. Almeno per qualche mese. O meglio: fino a quando non si troverà un vaccino. La «fase 2» dei trasporti — nel breve termine locali e nazionali, nel lungo termine internazionali — è contenuta in decine di bozze dei gruppi di lavoro delle aziende del settore. Numeri, soluzioni e scenari che comportano un costo e che attendono soprattutto le disposizioni del governo per essere coerenti.
Le incognite, a sentire le società, non sono poche e il tempo che separa dal 4 maggio è sempre meno. Il primo quesito è anche legalmente rilevante: a chi saranno affidati gli accertamenti sul rispetto del distanziamento sociale nella nuova mobilità urbana? Facile realizzarlo su treni ad alta velocità e aerei dove i posti sono limitati e assegnati, complicato — se non quasi impossibile — sugli autobus del trasporto pubblico locale e i convogli regionali.
Secondo la task force guidata da Vittorio Colao l’allentamento delle misure restrittive «mobiliterà al massimo 2,7 milioni di italiani». Persone che si aggiungono a quelle «risparmiate» dal lockdown. E già su questo il dibattito è aperto. La «ripresa», quando ci sarà, non è detto che sia su volumi significativi. Non solo perché il dato dei pendolari, per esempio, deve tenere conto di quanti proseguiranno con lo smartworking, ma anche perché una fetta non trascurabile di quelli che un tempo prendevano il treno, la metropolitana, il tram e l’autobus nelle prossime settimane e mesi potrebbero ricorrere all’auto privata per ridurre le occasioni a rischio contagio. Colao durante la cabina di regia con il premier, le Regioni e gli enti locali, ha stimato che gli utenti saranno il 15% di quelli che si registravano
prima dell’emergenza Covid-19. Si pensa di incentivare l’uso di mezzi privati, bici, scooter, veicoli aziendali. Nelle società di trasporti ci si chiede, poi, se l’idea dei diversi orari di ingresso verrà ufficializzata. Un’incognita per chi, in ambito locale, dovrà modulare le frequenze.
Cambieranno pure le tempistiche. Quelle per un viaggio in treno si allungheranno: tra distanziamento all’ingresso della stazione, termoscanner e controllo del biglietto sarà come spostarsi in aereo. A proposito del trasporto in alta quota: per ora in Europa si procede in ordine sparso. Ogni compagnia sta adottando politiche diverse. Chi all’insegna della prudenza massima, anche per gli obblighi di legge, come Alitalia (mascherine, sedile centrale vuoto) e chi, come qualche vettore continentale, fa decollare aerei strapieni ritenendo sufficienti le mascherine. «Entro metà maggio pubblicheremo le linee guida a cui stiamo lavorando sulla ripartenza dei viaggi all’interno della Ue — annuncia Adina Valean, la commissaria ai Trasporti —: ci saranno dei principi orizzontali da rispettare, con dettagli diversi a seconda della modalità». Quali? «Certamente il distanziamento sociale, il fatto di dover indossare dei dispositivi protettivi, così come la disinfezione di aeroporti e velivoli».
«Nella “fase 2” bisognerà attuare misure di mitigazione», spiega Roberto Scaramella, partner della società di consulenza internazionale Oliver Wyman ed esperto di trasporti. I flussi, secondo lui, potrebbero dare una mano. «Da quello che abbiamo visto la propensione post-covid a riprendere i viaggi in Cina è molto bassa: oltre l’80% delle persone non intende ricominciare a muoversi fino alla completa risoluzione dell’emergenza sanitaria». Secondo l’analista in treno e aereo è impossibile mantenere le distanze minime, ma a bordo il numero di persone con cui si entra in contatto è limitato a 4-6 (identificabili) rispetto a quanto avviene prima e dopo l’imbarco. «È l’occasione — conclude — per accelerare sull’innovazione tecnologica e sulla biometria».