Berlusconi: pronti a votare sì sul Mes
Nel Def stimata una caduta del Pil dell’8%, il deficit verso l’8%. Debito pubblico, la previsione del 155160%. Due mensilità da 800 euro per le partite Iva
ROMA «Non capisco come si possa dire di no». Anzi, in caso di un passaggio parlamentare, «probabilmente voteremmo una decisione del governo sul Mes che è favorevole all’italia e agli italiani». A pronunciare questa parole è Silvio Berlusconi che intervenendo a Porta a Porta su Rai1, affronta la questione del Fondo salva-stati e a sorpresa non esclude un sì al governo. «Non sarebbe un appoggio esterno», chiarisce il presidente di Forza Italia, ma, spiega, «siamo un’opposizione responsabile che si stringe alle istituzioni quando c’è l’emergenza, quando è in pericolo la vita e la salute degli italiani».
Il leader azzurro tiene però a ricordare di essere «alternativi alla sinistra: non è il momento questo per parlare di manovre politiche, ma ora servono soluzioni concrete, e io non riesco a vedere una sola ragione per rifiutare un prestito che ci viene offerto senza condizioni, con tasso pari a zero».
Sono parole che arrivano a poche ore dal Consiglio dei ministri che questa mattina dovrà approvare il Def, il documento di economia e finanza con le previsioni dei conti per i prossimi mesi, e quindi uno scostamento di bilancio di circa 50 miliardi per finanziare il decreto Aprile, che conterrà le nuove misure per sostenere l’economia sconvolta dal Covid-19. Le previsioni del Def stimano un nuovo crollo fino all’8% del Pil con un rapporto deficit/pil in crescita all’8% e il debito pubblico al 155-160% del Pil. I pesanti effetti del Covid-19 si allungheranno per tutto il 2020, sia a causa della frenata dell’export, sia per lo stop dei consumi interni dovuto al lockdown. E il governo prepara un decreto da quasi 80 miliardi da destinare alle aziende, alla sanità, alle partite Iva, alle famiglie.
Si va così da nuove assunzioni nella sanità — infermieri soprattutto (4-5 miliardi) — a due mesi di bonus 600 euro che sale a 800 per autonomi e professionisti, inclusi i più giovani (avvocati, psicologi, ingegneri, architetti); dai 2 miliardi del reddito di emergenza di 400 euro per i single (800 per nucleo familiare) ad altri 4 per il Fondo di garanzia per le Pmi che si aggiungono ai 2,5 già stanziati. E ancora: un ristoro diretto per le srl e le imprese sotto i 10 dipendenti rimaste fuori dal Cura Italia «per garantire liquidità diretta e non a prestito», dice il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli; altri 30 miliardi per le garanzie sui prestiti alle aziende previsti dal dl Liquidità; 15 miliardi dovranno rifinanziare le misure di sostegno al reddito come cassa integrazione e Naspi. Previsti l’azzeramento dei costi fissi in bolletta, altri aiuti per gli affitti commerciali con crediti d’imposta al 60% e sgravi fiscali per i proprietari. Allo studio anche nuovi bonus baby sitter e congedi parentali, e un assegno straordinario per famiglie con figli fino a 14 anni. Circa 40 miliardi di fondi potrebbero poi essere destinati a Cassa depositi e prestiti per proteggere e sostenere le imprese in crisi. L’obiettivo è arrivare in Parlamento il 29 aprile.