Cassa e bonus, 11 milioni di richieste Ma in 3,5 milioni sono ancora in attesa
Sono più di 11 milioni i lavoratori che hanno chiesto un sostegno economico. Di questi circa 7,5 milioni lo hanno ottenuto mentre il resto è in attesa. E potrebbero restarlo a lungo, in particolare per la cassa integrazione in deroga, vero anello debole del sistema, perché prevede il doppio passaggio della domanda, prima alla Regione e poi all’inps e perché, nelle microimprese (fino a 5 dipendenti), dove questo ammortizzatore viene applicato per la prima volta, è molto più difficile che sia l’azienda ad anticipare l’indennità come invece avviene nelle grandi.
Sta anche partendo, faticosamente, l’operazione liquidità: prima per le piccole imprese, in particolare per i prestiti automatici fino a 25 mila euro, mentre ci vorrà più tempo per le operazioni di importo maggiore che richiederanno un’istruttoria bancaria.
Bonus da 600 euro
Sono 4,4 milioni le domande presentate finora all’inps da parte dei lavoratori autonomi, dei professionisti con partita Iva e dei co.co.co. per ottenere il bonus da 600 euro. Di queste domande ne sono state pagate finora circa 3,5 milioni. Oltre 200 mila hanno l’iban sbagliato e di quasi 700 mila si stanno verificando i requisiti. Il flusso giornaliero di domande è in via di esaurimento e «c’è ancora capienza» rispetto ai fondi stanziati, dice la direttrice generale dell’inps Gabriella Di Michele, cioè i soldi basteranno per tutti.
Cassa integrazione
Le domande di cassa integrazione ordinaria sono state presentate da 310 mila aziende. Quelle di assegno dal Fondo di integrazione salariale da 152 mila. In tutto 462 mila i datori di lavoro che hanno chiesto il sostegno al reddito per un totale di oltre 6,7 milioni di lavoratori. Per quasi 4,3 milioni l’indennità è stata già anticipata dalle aziende, che poi recupereranno la somma in sede di conguaglio Inps. Altri 2 milioni e mezzo
Iban sbagliato
Oltre 200 mila domande per il bonus da 600 euro hanno l’iban sbagliato
di lavoratori dovranno invece attendere il pagamento diretto da parte dell’inps, che si è impegnato a farlo entro 30 giorni dalla richiesta (sono già state messe in pagamento le indennità per i primi 200 mila).
Ai primi passi, invece, la cassa integrazione in deroga. A ieri sono state accettate dalle Regioni 64.175 domande presentate da altrettanti datori di lavoro. Al primo posto il Lazio con 30 mila, poi la Campania con 9 mila. Veneto ed Emilia Romagna hanno accolto quasi 3.500 domande ciascuna. Solo 700 in Piemonte e circa 500 in Lombardia. Delle 64 mila domande, secondo i Consulenti del lavoro, le Regioni ne hanno trasferite circa 60 mila all’inps. Che ha finora ha approvato 23 mila domande. Quelle pagate sono solo 2.038 per un totale di 4.149 lavoratori, il che dà l’idea della dimensione micro delle aziende interessate.
Liquidità
Secondo il ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, che ieri è intervenuto in aula alla Camera, finora ci sono state «14.723 operazioni già garantite per oltre 2 miliardi di liquidità erogata» alle imprese. Di queste operazioni, «1.055 sono prestiti fino a 25 mila euro, con garanzia statale al 100%, per un totale di 24 milioni di euro». Il ministro ha sostenuto che il modulo per chiedere il finanziamento automatico è semplice: «Tre facciate, con l’anagrafica dell’impresa, la dichiarazione dell’ultimo bilancio utile e l’autocertificazione». E ha rivendicato di aver avviato «questa operazione in 12 giorni».
Ma sono molte le lamentele delle aziende, riprese ieri dalla presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, Carla Ruocco: «Ci continuano ad arrivare segnalazioni di famiglie, professionisti e imprese su difficoltà a interloquire efficacemente con gli istituti di credito». Il direttore generale dell’abi, Giovanni Sabatini, ha replicato assicurando che le banche stanno operando con tempestività e ha chiesto la semplificazione dell’accesso al Fondo di Garanzia per le pmi e la tutela penale sulla concessione dei prestiti. Sabatini ha inoltre osservato che, a fronte di una potenziale platea di 3 milioni di clienti che potrebbero beneficiare dei prestiti fino a 25 mila euro, le risorse potrebbero non bastare.