«I reparti pieni, esperienza dolorosa Subito disponibile»
ichele Massaro, 67 anni, ha smesso di fare il cardiologo al Policlinico di Tor Vergata a Roma poco più di un anno fa. Ha conservato la cattedra all’università, un mese fa stava preparando i corsi per i suoi studenti. «Ho sentito in televisione che la Protezione civile cercava medici. È stato un impulso, ho subito pensato che anch’io avrei dovuto fare qualche cosa. Ne ho parlato con mia moglie, all’inizio era un po’ dubbiosa, ma poi anche lei è stata d’accordo». Il professor Massaro è stato chiamato poco dopo ed è partito nel primo contingente. L’incontro con il commissario Borrelli, il volo fino a Malpensa, poi lo smistamento in tutto il Nord Italia, per lui destinazione Lugo di Romagna. «Ospedale convertito Covid. Ho trovato i reparti pieni, arrivavano persone in cattive condizioni dalle Rsa e dalle lungodegenze. Adesso per fortuna la situazione è un pochino migliorata, ma sono ancora tanti in terapia intensiva». Lui, come i colleghi che venivano da altre specializzazioni, ha dovuto occuparsi di patologie nuove, confrontarsi con protocolli diversi. «È sicuramente un’esperienza umana e professionale molto dolorosa. È un campo ancora inesplorato, non abbiamo farmaci ideali per trattare questa malattia, ne stiamo sperimentando di nuovi. Ma sono rimasto impressionato dal lavoro di tutti, sono agguerriti, volenterosi e già molto esperti. Molti si sono fatti una cultura specifica in poco tempo, da oltre un mese sono impegnati con turni continui ed estenuanti. Ma sono sempre al lavoro con grande forza ed entusiasmo. Nessuno si è tirato indietro».
Ho sentito in tv l’appello della Protezione civile e ho risposto, sono rimasto impressionato dal lavoro dei colleghi: agguerriti, volenterosi e molto esperti